Dopo il buonissimo "
Live You to Death", uscito sul finire del 2012, ecco la volta dell'undicesimo studio album per la sfortunatissima band di
Geoff Thorpe che ha saputo rialzarsi alla grande dal periodo confusionario dopo la tragica scomparsa di
Carl Albert, coinciso con un paio di album davvero sottotono come
Cyberchrist o
Sadistic Symphony (ma anche
Something Burning con lo stesso Thorpe dietro al microfono non è che fosse questo granchè...).
Con Warball e l'aiuto del grande
James Rivera è iniziata la risalita, conclusa con l'ingresso del singer
Brian Allen in
Razorback Killers, un album partorito dopo una gestazione di più di cinque anni che però ha avuto un buonissimo riscontro di critica e pubblico, nonchè la pubblicazione da parte della famosa
SPV dopo qualche trascorso su etichette non dello stesso rango.
SPV che oggi ci presenta questo
Electric Punishment, niente altro che la naturale prosecuzione del disco precedente, fatto del caro vecchio sound dei
Vicious Rumors, un heavy metal tradizionale, con un taglio ovviamente più moderno ma sempre in chiave classica, nel quale davvero emerge l'enorme lavoro chitarristico di Thorpe e degli altri vari chitarristi che lo affiancano brano per brano (scelta dovuta ad un problema medico di Geoff alle dita della mano che ha quindi abbisognato di aiuti esterni) ovvero i "vecchi"
Brad Gillis e
Mark McGee che non hanno bisogno di presentazioni,
Thaen Rasmussen che ha già suonato in passato con i Vicious Rumors (e che pare essere il quinto membro ufficiale) e lo sconosciuto, almeno per il sottoscritto, tour-session
Bob Capka che a quanto pare ha fatto parte della band solo per un annetto nelle date dal vivo.
Il riffing work presente in Electric Punishment fa seriametne impallidire per esecuzione, buon gusto, energia; non è da meno e non sorprende affatto la sezione ritmica con
Larry Howe, il solito mostro compositivo alla batteria, e
Stephen Goodwin al basso che ormai fa parte della band da diversi anni.
Grande classe sciorinata per tutta la durata del disco, che peraltro è ottimamente prodotto e registrato anche se non abbiamo modo di sapere dove, e con una durata perfetta di 43 minuti, più la convincente e divertente cover conclusiva di "
Strange Ways" dei
KISS anche se ci siamo approcciati ad
Electric Punishment convinti di trovare un disco assai più morbido del precedente; secondo Thorpe il nuovo disco sarebbe stato molto meno aggressivo di Razorback Killers e più sulla scia del vecchio e bellissimo Word of Mouth...cosa vera ma fino ad un certo punto, dato che alcuni pezzi sono effettivamente di quel tipo, come la meravigliosa "
Escape", che davvero sembra estratta dagli anni d'oro della band, o la rockeggiante "
Together We Unite" ma molte altre specie quelle poste in apertura rimangono delle fucilate pazzesche: non che questo sia un male data la qualità dimostrata in successione, ma da una formazione con il gusto dei Vicious Rumors ancora un briciolo di melodia in più sarebbe davvero gradita e consentirebbe al disco di essere pressochè perfetto, come lo sono essenzialmente tutti gli assoli mozzafiato di Thorpe, specie sul finale con
Eternally e
Thirst for a Kill.
Ultima nota per il bravissimo
Brian Allen, interprete magistrale di questa rinascita di Thorpe e compagni, aggressivo, altissimo, roco, energico, incazzato, squillante, profondo: questo ragazzo davvero ce le ha tutte e con lui i Vicious Rumors hanno fatto 13 al totocalcio (perlomeno 20 anni fa si diceva così), anche perchè dà l'impressione di essere un fan della band ed uno veramente addentro alla scena e all'underground, un po' come il buon
Ripper quando fu preso dai
Judas Priest; gli auguriamo solo di avere un po' più fortuna di lui e di non cominciare ad essere licenziato a raffica da chiunque.
Electric Punishment lo raccomandiamo alla grande, è un disco di gran classe che trasuda energia in ogni minuto, in ogni riff, in ogni passaggio, che suona freschissimo pur sembrando inciso nel 1992.
Per, non ci stancheremo mai di dirlo, una band sfortunatissima che nonostante tutto, anno dopo anno, dimostra di avere due palle grosse come una casa:
RESPECT.