Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:71 min.
Etichetta:Cruz del Sur
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. STORM OF FIRE 1916
  2. NO GOD / NO RELIGION
  3. WHEN THE SIREN CALLS
  4. THE DARKNESS OF ANGELS
  5. THE BLOODSHED SUMMONING
  6. UNDER THE BANNER OF BLASPHEMY
  7. BLACK TOWERS
  8. CRYPTS OF THE FALLEN
  9. THE NIGHT THEY CAME TO KILL
  10. JOIN THE CONGREGATION
  11. JOURNEY INTO PURGATORY
  12. DOOMED TO ETERNAL HELL
  13. PERVERSIONS OF THE SCRIPTURES
  14. UNBINDING THE CHAINS
  15. DIG UP HER BONES (MISFITS COVER)

Line up

  • Kai Schindelar: Bass
  • Jens Sonnenberg: Guitars
  • Mathias Straub: Drums
  • Jonas Khalil: Guitars
  • Gerrit P. Mutz: Vocals

Voto medio utenti

IL GATTOOO, IL GATTOOO, IL GATTOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!

Non sia mai che non inizi così una recensione dei Sacred Steel, super band inossidabile che ormai dal lontano 1997 è sinonimo di sicurezza e qualità: NO COMPROMISE, così potrebbe essere riassunta la proposta della band di Gerrit Mutz, che sebbene alternando nel corso della propria carriera qualche cambio stilistico (gli episodi più anthemici e "power" dei primi due album, la svolta retrò classic di metà carriera e la sferzata violenta degli ultimi anni) hanno sempre fatto dell'heavy metal classico la loro ragione di vita.

Bel colpo della nostrana Cruz del Sur quindi che si assicura l'ottavo studio album "The Bloodshed Summoning" (dopo i primi 3 per Metal Blade ed i successivi 4 per Massacre), che ripercorre un po' la strada del vecchio "Slaughter Prophecy" del 2002, il disco più pesante e violento della carriera dei Sacred Steel: in effetti, a fronte di poche concessioni disseminate qua e là (tipo "When the Siren Calls", piuttosto melodica per gli standard della band), "The Bloodshed Summoning" risulta essere uno dei dischi più aggressivi della band di Ludwigsburg, dopo la parentesi più calma di "Carnage Victory" (che ripescava il sound di "Iron Blessings"...) e quella epica del mostruoso "Hammer Of Destruction" del 2006, a nostro avviso il lavoro più riuscito e maestoso della loro discografia, purtroppo penalizzato da una produzione da denuncia.

Non è questo il caso dato che la produzione è davvero buona, e lo stesso si può dire della qualità totale del disco, che come al solito si attesta su livelli decisamente alti: chitarre ossessive e massicce, con ottimi spunti, ritmica letteralmente perfetta, ed un Mutz che ormai è il trademark di questa band, con il suo timbro vocale così carismatico e caratteristico, sebbene sempre meno "gatto", ovvero sempre meno acuti e voce stridula e sempre più voce roca e pesante: da una parte rende il tutto più "facile" da ascoltare e meno esposto a critiche e stupidi preconcetti, dall'altra ci spiace non godere a raffica delle sue urla, perlomeno da parte di chi come noi ha accettato e gode del suo modo di cantare da ormai più di 15 anni.

Quanto tempo è passato da "Metal Reigns Supreme", a riascoltare l'opener di "Reborn in Steel" appena dopo "The Bloodshed Summoning" sembra di parlare di due band diverse...ed invece son sempre loro.

Come sempre atmosfere evil, testi incazzati, un disco METAL dall'inizio alla fine, niente happy, niente gay, niente sugar metal qui: ennesimo centro dei Sacred Steel, una band che sebbene non abbia mai sfondato nel circuito più commerciale merita davvero un monumento per la qualità e la dedizione mostrata sin dall'inizio della propria storia. Immortali.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 feb 2013 alle 18:44

concordo nel ritenere bloodlust il loro capolavoro, li preferivo meno aggressivi e + pacchiani ma totale supporto al gattone e co. a proposito quando viene estratto il cd del concorso?

Inserito il 27 feb 2013 alle 10:11

Amo la loro discografia fino al bellissimo Slaughter Prophecy (Bloodlust per me è uno dei migliori album in ambito classic mai composti).Poi la svolta trash di Hammer of Destuction non mi aveva molto convinto, e Carnage Victory non mi era proprio piaciuto.Questo lo devo ancora scoltare.Con una cosa però sono assolutamente d'accordo con te, se parliamo di onestà musicale e integrità i Sacred Steel hanno pochi rivali.Grandi!!!

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