Non c'è che dire, questo quartetto americano si è scelto proprio un bel nome, peccato però che la musica che propone non abbia nulla a che fare con il mitico "London calling" dei Clash, uno dei dischi più importanti della storia del punk inglese... Nella biografia della band viene utilizzato il bizzarro termine "hard pop" per descrivere il genere a cui essa è dedita, ma a mio parere tale definizione non è tanto azzeccata perché in questo "You're so lucky" di hard c'è veramente poco, anzi a dire il vero non c'è quasi nulla... Forse sarebbe più giusto parlare di un rock/pop piuttosto melodico e diretto (simile al sound di gruppi come Lit e Sugarcult) che dà origine a canzoni abbastanza veloci, semplici e orecchiabili, di quelle che piacciono fin dalla prima volta che le ascolti e che magari ti ritrovi a canticchiare nei momenti più impensati! Non c'è quindi da aspettarsi nulla di particolarmente innovativo dai LC, però bisogna ammettere che sono riusciti a confezionare un album che si ascolta con piacere e si mantiene su buoni livelli dall'inizio alla fine, senza brutte sorprese intermedie o passi falsi che ne possano rovinare la resa complessiva. Proprio per questo motivo indicare i brani migliori del cd non è semplice, ma in ogni caso direi che il terzetto iniziale (composto da "American dream", "Super natural girl" e "Beautiful day") è davvero molto convincente e che anche pezzi come "Misfit song" e "One in a million" rimangono subito impressi grazie a dei ritornelli a dir poco efficaci e accattivanti. A esser sincera non so a quanti dei lettori di Eutk potrà andare a genio una release come questa: di sicuro chi apprezza solo le sonorità più pesanti farà bene a starne alla larga, ma chi invece non disdegna il rock melodico e "da classifica" potrebbe trovarla molto interessante! Concludo dicendo che i London Calling hanno dimostrato di essere in grado di scrivere delle buone canzoni e soprattutto di saperlo fare in tempi brevi (basti pensare che la band si è formata meno di due anni fa!!), per cui non si può che apprezzare queste loro capacità e immaginare che forse un giorno potranno farli arrivare molto lontano...
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