Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:41 min.
Etichetta:Profound Lore Records

Tracklist

  1. TECTONIC
  2. THREE GATES
  3. PHILAE
  4. DANUBE
  5. SWOLLEN SUN
  6. THE VANISHING

Line up

  • Dana Schechter: bass, lap steel, synth
  • Andy Patterson: drums, samples

Voto medio utenti

Dana Schechter è un'artista a tutto tondo: musicista, compositrice, disegnatrice, produttrice di computer grafica ed altro ancora. Ed è persona iperattiva, basti elencare alcune delle innumerevoli bands alle quali ha portato il proprio contributo: Gnaw, Angels of Light, Zeal & Ardor, Arabrot e recentemente i ben più noti Swans. Inoltre nel tempo ha dato vita a diversi progetti personali, tra i quali questi Insect Ark. Si tratta di un duo strumentale, nato come one-woman-band (basso, sintetizzatori e batteria elettronica autocostruita, assenza totale di chitarre) e poi evolutosi con l'ingresso di un batterista umano e l'utilizzo di una lap-steel per i suoi effetti onirici. Questo è il terzo album e vede l'ingresso del drummer Andy Patterson (ex Sub-Rosa) in sostituzione di Ashley Spungin.
Il sound dell'album è molto sperimentale, ambientale, scenografico, quasi una colonna sonora cinematografica ideale per pellicole intimiste ed oscure. Nelle trame sofisticate dei brani scopriamo elementi doom accentuati, vedi il basso rombante e l'andamento sinistro di "Tectonic", esplosività drone magmatica e disturbante ("Three gates"), psichedelia alternativa ed orrorifica dall'atmosfera gelida ed allucinata ("Philae","Danube"), distorsioni elettroniche alienanti e letargiche che evocano scenari alla "Matrix" ed ancora estenuanti percorsi cerebrali nell'abisso del post-metal/noise/drone più ostico e sperimentale ("The vanishing"), una sorta di Neurosis/Isis con una botta di acido da paura, per intenderci.
Suoni algidi, dettagliati, ridondanti, immaginifici, grande cura nella creazione di atmosfere allucinate e visionarie, ma l'effetto complessivo è quello di un lavoro per pochi eletti. Musica estremamente cerebrale ed adatta solo ai cultori della sperimentazione e dell'ignoto. Personalmente, ho trovato questo disco molto ben architettato ma un pò troppo pesante e soporifero.

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