A poco più di un anno di distanza dall’ottimo
Rise Of The Mammoth (
qui la recensione) i
Dumper tornano con una line-up tutta nuova e tante novità.
L’unico rimasto rispetto al debutto discografico è Eddie Cantoni, che ora è affiancato da Alessandro Marras alla voce, Simone Severi alla chitarra e Gianmarco Agosti alla batteria. Una formazione di alto livello, che tuttavia non riesce a sfornare un disco efficace quanto il predecessore.
Cambia innanzitutto il genere, passando da un rock and roll viscerale e diretto a un classic metal più canonico. Riff rocciosi e spada al cielo sono sempre graditi, ma il passo indietro rispetto al passato è evidente. In particolare, quello che non convince a fondo sono le linee vocali: curate, articolate, studiate, ma non in grado di conquistare l’ascoltatore in pieno. Parlo di linee e melodie, non certo di capacità vocali, perché il buon Marras se la cava egregiamente, ricordando in parecchi frangenti, almeno a mio parere, l’ugula di Bruce Dickinson, come in
Enough!Se volete avere un’idea precisa del nuovo corso dei Dumper, direi che l’ascolto più azzeccato riguarda la doppietta
Brother On Demand/Our Father e, in generale, la seconda parte del disco, che riesce a dimostrarsi decisamente più interessante rispetto alla prima.
Insomma, a pochi mesi di distanza siamo passati da band rivelazione autrice di un possibile top album a band buona ma troppo simile a tante altre realtà. Spero sia solo la naturale fase di assestamento dopo i cambiamenti in formazione, che qualche sconvolgimento devono per forza portare con sé. Per quanto mi riguarda, archivio questo lavoro come interlocutorio e aspetto i Dumper alla prova del terzo album!
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