A dispetto di un nome che potrebbe sembrare ridicolo, i Brutus dopo solo pochi secondi dall’attacco dell’iniziale “Ontrouw” ci fanno capire che fanno maledettamente sul serio. Provenienti da una scena fiorente e qualitativamente ottima come quella olandese, nonché pubblicati su una delle etichette leader del settore, la Unique Leader che fa capo al singer dei Deeds Of Flesh e che vanta nel proprio rooster oltre alla band americana anche altre cult band come Disgorge e Gorgasm, i Brutus hanno delle sicure credenziali. Senza fare troppi giri di parole ci troviamo di fronte ad un brutal death metal suonato come Cristo comanda, con un growling gutturale e profondo ed un assalto brutale e malsano che si giova della prova eccelsa del batterista Ploegbaas, una vera macchina di blast beats. Peculiarità della band è il triplo attacco vocale in stile Origin, anche se c’è da dire che le vocals non si discostano l’una dall’altra al punto che, mi sorge il sospetto, in realtà sia sempre lo stesso a cantare. La produzione è buona e fa apprezzare i singoli strumenti, le composizioni sono tutte ottime, ricche di cambiamenti di ritmo e d’umore, di groove e intensità, di gore e visioni patologiche. Il risultato finale è un act devastante ed efferato, quasi chirurgico nella sua maestria nel tagliare, sezionare, segare, squartare, eviscerare, recidere, amputare e quant’altro nei 31 minuti di questo “Slachtbeest”, un disco vario e mai noioso. Un nome per il futuro ma dal presente nitido e valente.
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