Il secondo album dei greci Redrum si presenta al pubblico con una ricetta semplice ma leggera (come giustamente dice la pubblicità): ritmi cadenzati e ritornellini catchy. Il tutto condito da suoni un po’ ovattati, mai invasivi o prepotenti e da una voce ottima, calda e rassicurante.
Certo, alla lunga l’hard rock della band ellenica può un pochino annoiare, ma i fan del genere troveranno anche di che divertirsi. Sicuramente, tutto è già sentito e la mancanza di mordente non fa altro che alimentare la sensazione di essere di fronte a qualcosa che ben presto verrà dimenticato.
Le canzoni sono buone, a tratti anche molto buone, ma per fare breccia ci vuole più personalità, anche nel saper copiare ciò che altri, magistralmente, hanno saputo fare in passato.
Insomma, come già altre volte ho avuto modo di dire, per copiare ci vuole stile e i Redrum ancora non l’hanno acquisito.
Vedete voi, a me i ripetuti ascolti non hanno detto molto, siamo sicuramente sulla sufficienza ma nulla di più. Ascolto preliminare obbligatorio!
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