So che un frassino s’erge, Yggdrasill lo chiamano,
alto tronco lambito da limpide acque;
di là vengono rugiade che piovono nelle valli.
Sempre s’erge, verde, sopra la sorgente di Urdhr.Wardruna è l’ambizioso progetto del multistrumentista
Einar “Kvitrafn” Selvik che, insieme al controverso ex-cantante dei
Gorgoroth Kristian Espedal, in arte “
Gaahl”, e la cantante
Lindy-Fay Hella, vuole rendere omaggio, grazie all’uso di antichi strumenti norvegesi, di testi in norvegese e in antico nordico che seguono la struttura tipica della poesia norrena, alla cultura e alla storia della sua terra, l’amata Norvegia.
Il disco fa seguito al precedente “
Gap var Ginnunga” ed è la seconda parte della trilogia intitolata “
Runaljod”, poesia delle rune, che è, appunto, una trasposizione in musica del significato profondo delle ventiquattro rune che compongono il
futhark, l’alfabeto runico.
Gli antichi strumenti creano melodie ancestrali e tribali, grazie all’uso massiccio delle percussioni e di un particolare tamburo a cornice, in cui si staglia la voce di Gaahl, ora sussurrata, ora incisiva e teatrale, ora accompagnata da cori solenni, come nella seconda traccia “
Fehu”, che donano alla musica dei Wardruna un’epicità veramente unica.
Per rendere ancora più vivo questo legame con la propria terra, alcuni pezzi sono stati registrati all’aperto e l’uso di questi strumenti desueti, mescolati a quelli della natura e ai cori, come in “
AnsuR” o nella bellissima canzone finale “
Helvegen” creano davvero un’atmosfera magica e fanno immaginare riti pagani nelle sconfinate foreste norvegesi.
La musica di questo “
Yggdrasil” si muove tra il folk, l’ambient e il neofolk, un ibrido sonoro indescrivibile fatto di ritmi tribali e ossessivi, momenti rituali, parti dilatate, cori epici e sussurri misteriosi, che mi sento di consigliare a chi abbia voglia di chiudere gli occhi e fare un viaggio musicale in terre lontane e tempi remoti.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?