Copertina 6

Info

Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. AJATTOMASTA UNESTA
  2. FOR THOSE ABOUT TO FIGHT FOR METAL
  3. WAY OF THE WARRIOR
  4. TWO PATHS
  5. KING OF STORMS
  6. FEAST WITH VALKYRIES
  7. DON'T YOU SAY
  8. I WILL NEVER KNEEL
  9. GOD IS DEAD
  10. HAIL TO THE VICTOR
  11. UNETTOMAAN AIKAAN
  12. GOD IS DEAD (ALTERNATIVE VERSION)
  13. DON'T YOU SAY (ALTERNATIVE VERSION)

Line up

  • Petri Lindroos: vocals, guitar
  • Markus Toivonen: guitar, vocals
  • Sami Hinkka: bass, vocals
  • Janne Parviainen: drums
  • Netta Skog: digital accordion, backing vocals

Voto medio utenti

​Punto uno, sgombriamo subito il campo da eventuali equivoci ,se con questo album vi aspettate un "ritorno al passato”, lasciate perdere.

Punto due, l’album è bello, raggiunge ampiamente la sufficienza, si ascolta bene, vi troviamo idee interessanti e anche qualche spunto di riflessione, non mancano ovviamente cori epici e riff immediati, in un percorso costellato di epic-folk-viking metal, tuttavia scorrendo le tracce una dopo l'altra si ha la sensazione che manchi qualcosa.

Ammettiamolo, le aspettative per questo “Two Paths” erano notevoli, anche in considerazione del fatto che “For Those About To Fight For Metal”, il primo singolo rilasciato dai nostri, aveva generato grandi speranze nei vecchi fans e non solo.
Oggi sarebbe troppo facile dire che la band soffre in modo evidente la mancanza compositiva di Jari Mäenpää, anche perché la band ha dimostrato anche senza di lui di poter sfornare ottimi lavori.

Il punto è che questa release lascia l'amaro in bocca perché da l’impressione di essere è il classico "compitino facile facile"
Ok, dopo sei album un passo falso ci può stare, se non fosse che già i precedenti, Unsung Heroes e One Man Army avevano lasciato più di qualche dubbio pur trattandosi di due album validi.
Dobbiamo arrenderci all'evidenza che i tempi di Iron e Victory Songs, in cui la band aveva posto l’asticella a un'altezza difficilissima da superare, sono ormai lontani, a favore di una “evoluzione stilistica” di cui probabilmente non se ne sentiva totalmente il bisogno.

La prima cosa che risalta mettendo il dischetto nel lettore CD è che i finlandesi in “Two Paths” hanno raggiunto il compromesso definitivo fra il loro lato estremo e quello più folk, strizzando l’occhio in maniera sempre più evidente ad un approccio sinfonico, dovuto anche alla presenza sempre più costante della fisarmonica di Netta Skog
Dopo la coinvolgente intro “Ajattomasta Unesta” si parte subito con il brano più "diretto" dell'intero lotto, la già citata “For Those About To Fight For Metal”, un brano di melodie miste ad epicità.
Il pezzo piace, si ascolta e si lascia riascoltare, e non è un caso se al termine del CD la prima canzone che si decide di riascoltare è proprio “For Those About To Fight For Metal”
La successiva “Way Of The Warrior” convince grazie alle linee vocali potenti i cori epici e un riff accattivante, il pezzo prepara il campo alla title track, “Two Paths”, dotata di una intro in cui spicca l’ottimo lavoro di Sami Hinkka e di Janne Parviainen dietro le pelli. Qui i tempi sono decisamente più lenti rispetto le precedenti, abbiamo un refrain pulito con una spruzzata di growl da parte dell’ottimo Petri che ritroviamo in alcune linee vocali nel corso della canzone ad intersecarsi con cori di battaglia, e la bravissima Netta Skog, sempre più presente col suo strumento nei duetti coi vari solo guitar.
E qui iniziano i primi spunti di riflessione, “Due percorsi” appunto, e ormai è palese quale sia il percorso intrapreso dalla band finnica.

Nonostante ciò la successiva “King Of Storms” è probabilmente la vera sorpresa dell’album, l'unico brano dell'intero lavoro a portare in dote con sé il vero spirito che ha contraddistinto gli Ensiferum dei primi anni.
Si tratta di una canzone decisa e diretta, growl cattivo come giusto che sia, riff da battaglia, doppia cassa e refrain imponente, fanno il resto.
Può sembrare drammaticamente esagerato ma “King Of Storms” ti fa venire voglia di indossare un elmo e correre a capofitto in battaglia, senza dubbio la punta di diamante di questo album!

Nella successiva “Feast With Valkyries” è la voce cadenzata di Netta Skog a dominare il percosso dell’intero brano, supportato da cori trionfali, non siamo al cospetto di una ballad come poteva essere “Celestial Bond” in Unsung Heroes, ma è sicuramente una bellissima prova di come la band riesca in maniera camaleontica a passare dal loro lato estremo ad un ambiente sinfonico.

“Don't You Say” è invece un brano dal taglio decisamente più easy, contraddistinta da linee vocali pulite e la presenza costante della fisarmonica di Netta, con un refrain che si stampa in testa ripetuto quasi in loop, il brano è in bilico tra un’utopia che sfuma e un realismo che incombe, già perché arriva il momento in cui bisogna essere realisti; l'album potrebbe anche chiudersi qui.

Fino a questo momento infatti “Two Paths” risulta essere un buon lavoro, un album onesto, in cui è palese la volontà di seguire un nuovo “percorso” e che meriterebbe un sette pieno per quanto sentito fino a questo punto.
Fino a questo momento appunto, perché quello che succede proseguendo l’ascolto di “Two Paths” è davvero inspiegabile.
Tre brani messi in fila che non lasceranno certamente il segno, anzi probabilmente vanno a incidere in maniera negativa quello che fino a “Don't You Say” era un buon prodotto.
Se “I Will Never Kneel” e “God Is Dead” sembrano canzoni messe lì, solo per poter raggiungere il numero di brani sufficienti e funzionali a chiudere l'album, perlomeno nella closer “Hail To The Victor” si intravede qualcosa di interessante durante il refrain.
Troppo poco, abbastanza però per riconsiderare giudizio dell’intero album.

Con “Unettomaan Aikaan” siamo giunti all’ultimo atto di “Two Paths”, epilogo che richiama in modo soave l'intro “Ajattomasta Unesta”.

“Two Paths”, se dopo One Man Army ci fosse stato ancora qualche dubbio, con questa release è più che mai evidente quella sia la strada che il combo finlandese ha deciso di percorrere. 
Prende o lasciare, sperare di risentire un giorno gli Ensiferum di Iron oggi come oggi è pura utopia.
Recensione a cura di Fabio De Carlo

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