Gli americani Unearth, qui al quarto full-lenght, fondono la scuola violenta e groovy dell’hardcore americano con la melodia e le architetture del tipico swedish sound, sulla scorta delle ultime release di bands come Killswitch Engage ed Heaven Shall Burn. Il disco in questione è ben suonato, ben prodotto, ricco di spunti e con una solida alternanza di parti violente ed altre più melodiche. Se fossi cattivo direi che è tutto troppo perfettino, troppo laccato e tirato a lucido. Se fossi ancora più cattivo e se questo modo, piuttosto recente, di intendere il metalcore avesse già rotto le palle, sarei tentato persino di stroncare impietosamente questo “The Oncoming Storm”. Suppongo che però ci arriveremo presto, visto anche che gli Unearth hanno suonato all’Ozzfest, palco notoriamente riservato al calderone alternativo della scena americana e non.
Tuttavia, non posso tacere che la band tiene fede al titolo del disco, regalandoci un maelstrom furente e magmatico di riffs, groove, abrasioni sonore e melodia mai troppo pacchiana. La varietà dei pezzi è garantita dalla proposta in sé, la quale però si mantiene omogenea, con pezzi che magari sanno fondere insieme le parti più swedish, alla In Flames per intenderci, a parti più quadrate e granitiche che talvolta rasentano, in quanto ad impatto ritmico, la violenza di bands come Machine Head. “This Lying World” e “Black Hearts Now Reign” sono il perfetto esempio di quanto affermo.
La band pennella anche un tocco di melodie emo(zionali) in “Aries”, breve song praticamente strumentale e realmente emozionante.
In definitiva un disco bello, di buona qualità, che non lascia nulla al caso, curato nei minimi dettagli, i quali comprendono anche una ricca parte multimediale con foto, logos, bios e perfino un video.
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