Copertina 5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:49 min.
Etichetta:Roadrunner
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. TO DIE IN FALL
  2. 433 (HYPOTHETICAL SITUATION)
  3. TABULA RASA
  4. SOMETHING MORE
  5. PASSIVE RESISTOR
  6. THE ARCTIC OCEAN
  7. SEVEN
  8. PLASMA
  9. THE SILENT ACQUIESCENCE OF MILLIONS
  10. BITMAP
  11. ARMSLENGTH

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Dopo ben otto anni di gavetta, un demo, un EP (Project: Bluebird) e due albums all’attivo (The Strychnine e Diatribe), i Sinch sbarcano su Roadrunner con un platter che prende il titolo dal monicker della band stessa. Nonostante che il booklet sia ben fatto, che gli arrangiamenti delle songs siano state curate da Walter Schreifels (former dei Quicksand) e che la produzione (che per inciso è veramente ottima) sia a carico di Malcolm Springer (già con Liquid Gang, Full Devil Jacket e Spike 1000), il platter musicalmente non convince fino in fondo, risultando dispersivo e poco incisivo. I Sinch si muovono su un crossover che si può identificare come una via del filone del Nu Grunge, che partendo da una solida base in stile Pearl Jam (senza però avere la classe unica, cristallina ed inimitabile del combo di Eddie Vedder e soci) racchiude in sé bands come gli At the Drive In, i Cave In, ed i Tool, senza dimenticare gli Staind, i Nickelback, i Puddle Of Mud e compagnia bella. La band pur mostrando una tecnica invidiabile, tende a mancare sul lato del songwriting, con il risultato che la maggior parte delle songs fila via senza che ne rimanga traccia nella mente dell’ignaro ascoltatore…la maggior parte, come detto, perché comunque questo ‘Sinch’ racchiude in sé un paio di ottime songs, come ‘Plasma’ e ‘Bitmap’ dotate di grande pathos e profondità, amare al punto giuste e velatamente depressive, entrambe calibrate tra arpeggi e parti più pesanti; forse ‘Bitmap’ risulta ancora più oscura grazie all’utilizzo di ottimi samples che ne amplificano la drammaticità. Purtroppo però è troppo poco per una band dalle potenzialità notevoli, come questi ragazzi provenienti dall’East Pennsylvania più di una volta hanno dimostrato di avere…se il prossimo lavoro risulterà più personale, meno derivativo e più incisivo, il botto sarà veramente grande.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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