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Drowning Pool sono uno dei gruppi che hanno segnato la mia "infanzia" musicale in un periodo, quello a cavallo del millennio, nel quale impazzava la moda del nu-metal e del rap-core. Gli americani erano uno dei migliori interpreti del primo genere e con l'album "Sinner" entrarono di diritto nel novero dei grandi.
Il tempo passa, i gusti cambiano e nel caso dei Drowning Pool cambiano anche i cantanti e il modo di interpretare la musica: Dave Williams muore tragicamente nel 2002 e il rimpiazzo Jason Jones non è decisamente all'altezza. Poi è il turno dell'ottimo Ryan McCombs dei SOiL, la cui abilità dietro al microfono permette ai texani di sfornare due ottimi dischi quali "Full Circle" e l'omonimo "Drowning Pool".
McCombs però abbandona la nuova band in favore della vecchia e la scelta per il nuovo cantante ricade sul semisconosciuto
Jasen Moreno, nessuna parentela col Chino dei Deftones.
E come accadde per McCombs, anche Moreno finisce per influenzare con la sua voce lo stile di questo nuovo "
Resilience", che abbandona praticamente in toto gli stilemi classici del nu-metal per avvicinarsi in maniera decisa alla moda del momento, l'hardcore/metalcore, grazie proprio alla voce del buon Jasen, intensa e graffiante. I coretti del resto della band poi fanno il resto, rendendo l'album moderno e coinvolgente nonostante la netta virata stilistica.
Ed è proprio questa virata il crocevia per la valutazione di "Resilience": avessi dovuto recensire questo disco subito dopo il primo ascolto penso che ne avrei parlato molto più male e difficilmente avrebbe raggiunto la sufficienza, proprio perchè i Drowning Pool ai quali ero abituato io erano tutt'altra pasta, tutt'altro genere, sia quelli con Dave Williams sia i più recenti con Ryan McCombs.
Eppure..eppure funzionano anche così. Non so se è abilità quella di legarsi così tanto allo stile del vocalist del momento o mancanza di personalità, fatto sta che ogni singola canzone suona dannatamente catchy e si fa cantare con estremo piacere, cosa non da poco.
Insomma "
Resilience" dei
Drowning Pool si dimostra un album solido e quadrato, ennesimo episodio riuscito di una band che con lo scorrere del tempo e delle mode è riuscita a tenere adeguatamente il passo, mantenendo un livello qualitativo decisamente buono. E speriamo per
CJ Pierce e soci che Moreno sia l'ultimo..
Quoth the Raven, Nevermore..
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