Agli
Extrema è legato un ricordo di tanti anni fa. Sarà stato il 1996, anno più anno meno, e suonavano a Portici (NA), in un centro sociale che era una stanza che sarà stata 4 metri per 4 o poco più. La musica aveva groove, era tosta, io mi faccio prendere un po’ la mano e comincio a spintonare. Ero proprio davanti. Ad un certo punto da dietro, per passare avanti, mi urtano violentemente e io, preso com’ero, mi giro di scatto, in maniera violenta, per affrontare a brutto muso lo stronzo di turno. Beh, avete presente il film “
Superman II”? Quello con i
tre brutti ceffi vestiti di nero, compresa una donna, che quasi fanno la pelle a Clark Kent? Vi ricordate il più
grosso e cattivo di loro? Beh, ecco, erano in tre, ed erano tutti fac-simile del bruto. Io che son alto circa 190 cm devo alzare la testa per guardare in faccia i tre barbuti metallari, brutti, sporchi e cattivi. Mi son detto “
adesso sono morto”…ma il tizio con voce gentile e soave mi dà una pacca sulla spalla e mi chiede scusa. Io rimango lì come uno stronzo, poi mi ributto nel pogo. Perché nel 1996 gli
Extrema erano da pogo. Adesso solo sbadigli. E veniamo al disco.
Il nuovo album egli
Extrema, a dispetto dei roboanti proclami degli stessi, è la solita solfa.
Thrash metal derivativo che ha come primaria ispirazione (ancora) i
Pantera. Se ciò poteva avere un senso 15 anni fa, nel 2013 ci fa riflettere e ci porta di fronte a due soluzioni, alternativa. O gli
Extrema sono irriducibili fan della (fu) band di
Phil Anselmo oppure non hanno maturato uno straccio di idea personale in tutti questi anni.
A quest’ultimo riguardo diciamo che la band ci prova, cerca di darsi un tono, scoprendo con colpevole e notevole ritardo tematiche cospirazioniste e complottiste, esaltate da una copertina che è un inno al cattivo gusto (artistico) e alla banalità.
L’iniziale “
Between The Lines” fa ben sperare, quantomeno per la violenta carica cui sottopone i nostri padiglioni auricolari, e dobbiamo dire che tanto potrebbe bastarci, ma da lì in poi infilano una serie di pezzi confusi. Confusi perché tentano di far coesistere violenza sonora e melodia, di molto difettando nella seconda, che, mi spiace dirlo, non riesce ad esaltare le parti violente, ma solo a diluirle, quindi ammorbidendole.
Diciamocela tutta, se sulla copertina non ci fosse scritto il nome
Extrema, questo potrebbe essere uno dei tanti dischi che arrivano dall’America, e nessuno ci farebbe caso. D’altronde in America c’erano già i
Pissing Razors, altri convintissimi ed indefessi estimatori dei Pantera.
Per fortuna che a risollevare (parzialmente) le sorti del disco arrivano “
Bones”, pezzo melodico finalmente convincente, ed “
Again And Again”, che sembra avere echi grunge.
Il disco si chiude con “
A Moment Of Truth” altro spudorato plagio del sound di
Dimebag Darrell e soci, grazie ad una certa atmosfera “southern” delle chitarre.
Il giudizio finale su questo disco è negativo. Gli
Extrema sanno suonare, questo nessuno lo mette in dubbio, ma non hanno scintilla compositiva, limitandosi ad un disco di maniera, che è addirittura banale, ai limiti dell’imbarazzante, per il debole e abusato concept lirico.
Ad ogni modo non voglio essere impietoso, in fondo gli
Extrema, rimanendo ancorati al loro passato, hanno il pregio di riportarci a quei tempi, quando si stava meglio e la musica aveva tutto un altro sapore.