Io sono fra quelli che hanno abbandonato gli
Atrocity dopo il passaggio dal death degli esordi ad un ignobile mix fra Rammstein, metal ed ebm; è un mistero per me come ci sia chi apprezzi ancora quel periodo, considerando coraggiose le sciagurate cover di classici del pop che costellavano i loro dischi. Mi sono avvicinata con una buona dose di sospetto ad
Okkult, giustificata anche dall'ennesima femmina mezza nuda in copertina, che mi ha immediatamente riportata a schifezze come
Gemini. Invece, sorpresa: Alex Krull sembra essere rinsavito. Okkult è il primo album di una trilogia, dedicata alla magia e al mistero, e vede come sound designer addirittura Katie Halliday, che ha lavorato a film come L'Enigmista dal V al VII ed ha preso diversi Awards. Il suo lavoro si sente tutto e contribuisce a rendere il ritorno al death metal assolutamente imponente. Potrei tranquillamente affiancare Okkult ad
Hallucinantions e
Todessehnsucht, facendo finta che il resto della produzione non esista.
Pandaemoniun e
Death by Metal aprono con una potenza che tramortisce, del tutto inaspettata, come l'ancor più violenta
Masaya, che mi ha ricordato sia certe parti dei Morbid Angel di Blessed Are The Sick che dei Napalm Death.
March of the Undying ha le parti sinfoniche dei Dimmu Borgir unite al death. A proposito di orchestrazioni, la band si è avvalsa della Lingua Mortis Orchestra, diretta da Victor Smolski dei Rage, ma, a onor del vero, hanno un posto abbastanza limitato. Le troviamo, per esempio, nell'epico coro finale di
When Empires Fall to Dust, o nel gothic metal di
Beyond Perpetual Ice, unica concessione al "nuovo", insieme alla brutta
Satans Braut, unico resto della passata malattia Rammstein, alleviata da un bell'assolo alla Death. Disintossicati Krull, non ci pensare più!
Haunted by Demons ha delle chitarre maideniane, mentre
Murder Blood Assassination, oltre ai Death (il bellissimo assolo di chitarra), richiama anche i Carcass di Heartwork. Le atmosfere sono realmente oscure e con un'ombra di magia che fa pensare ai Black Widow; voci e litanie si intervallano a momenti di pesantissima violenza. Sul perché di questo ritorno all'ovile spero di poter indagare in un'intervista, nel frattempo devo rilevare la grandezza di Okkult e l'evidenza che le capacità creative di Krull non si sono esaurite, erano solo state messe da parte.
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