Post black metal può voler dire tutto e niente. Nel caso dei finlandesi
Laurasia Awaits Us abbiamo delle forti contaminazioni doom ed elementi presi ora dall'ambient, ora da un malinconico post rock, ad alleggerire un minimo e dare un tocco di varietà a questo muro di desolazione. La drum machine mantiene sempre dei tempi piuttosto rallentati, senza mai scivolare nel doom più lento ed ostico, stile primi Cathedral. I synths creano tappeti sonori freddi, che, paradossalmente, rendono il silenzio tipico degli spazi nelle terre del nord. Il basso domina con note pesanti e cupe, tipicamente doom. Le chitarre ritmica e solista passano da riffs grezzi e diretti in stile black a parti melodiche, dark doom, talvolta acustiche. Di pari passo il cantato varia da grida black a cupi growls doom fino a clean vocals, che vanno a rinforzare il senso di tristezza. La produzione è mantenuta volutamente un po' grezza, non eccessivamente arrangiata e pulita, per sottolineare i suoni e l'atmosfera generale.
Nothing Left To Accomplish, il titolo di uno dei brani dell'album, è quanto mai esplicativo, se non bastasse
Apathy Remains Victorious. Decisamente un buon lavoro, che potrebbe fare la felicità degli amanti del black, del doom e delle sonorità più oscure e deprimenti. Per chi non lo sapesse, la Laurasia è una delle due parti nate dalla divisione del supercontinente Pangea 180 milioni di anni fa, la parte nord, per l'esattezza, che ha dato origine agli attuali continenti dell'emisfero settentrionale: il Nordamerica, l'Europa e l'Asia nord-occidentale.
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