Si chiamano
Ushiro Mawashi e nonostante l’esotica denominazione arrivano da Reggio Calabria.
Un
Ep all’attivo ("Iad"), pubblicato nel 2011 e oggi un primo
full-length a cui i nostri consegnano tutta la loro visionaria creatività sotto forma di un
post-rock strumentale a spettro piuttosto ampio, un “pentolone” ribollente di
ambient,
grunge,
prog,
metal ed elettronica, abilmente manipolati con piccole scorie
folk (una “roba” tra Mogwai, Godspeed You!Black Emperor, Pelican, Tortoise, Nine Inch Nails, Porcupine Tree e
qualcosina dei Tool) in modo da spalancare le porte ad un universo in cui c’è ancora spazio per le immagini e l’immaginazione, per la riflessione e la catarsi, per il ritmo e per la malinconia, per l’infinito, ma anche per le manifestazioni più concrete del “sentire” umano.
In un calderone per certi versi ancora “instabile” e talvolta vagamente prolisso, impressiona la notevole perizia del gruppo nel gioco dei contrasti di “colore”, ora iridescenti, ora più diafani, per poi esplodere in veementi sbalzi d’umore sonoro, a comporre un quadro complessivo di discreta suggestione.
“L'ebbra” apre l’albo come una sorta di conflitto tra mondo “sintetico” e le forze “spirituali” della natura, “Asimov's stardust milk” conduce in panorami sognanti in cui sbocciano fluorescenze psichedeliche e se “Miocardio” ipnotizza ancora una volta in un misto di tensione e trascendenza dai connotati quasi rituali, tocca a “Mammoth” iniziare la discesa negli abissi dell’inquietudine e del rancore, raggiunti, infine, con l’apocalittica deflagrazione di “Supernova” (introdotta da una breve
title-track), dopo che “Lachesi” aveva dato l’illusione di una serafica “via d'uscita”.
“Keep calm, I'm here” smentisce in parte il suo titolo con un’ambientazione abbastanza incombente e “Efemeride” sembra riportare effettivamente la “tranquillità”, sebbene si tratti di serenità “apparente”, pronta nuovamente a trasformarsi in obliqua mestizia e in un finale sbuffante di ustionanti lapilli sonici.
L’esplorazione “mentale” è iniziata, la direzione è tracciata, la destinazione fascinosamente incerta … qualche
divagazione nella rotta attuale non svilisce il significato del “viaggio” … attendiamo con fiducia le sue prossime tappe …
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