Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:42 min.
Etichetta:WormHoleDeath Records

Tracklist

  1. CRAWLING
  2. SCUM OF THE EARTH
  3. METHOD OF LIES
  4. FILTH
  5. KING OF DEATH, KING OF ALL
  6. TRUE NORWEGIAN SATAN
  7. BEFORE THE INSANITY
  8. INSANITY INC.
  9. THE JURY
  10. ART 3 - HER JEALOUSY
  11. LOVESONG, OF HATE

Line up

  • Petter Myrvold : bass
  • Sune Eggen : guitars (lead)
  • Nils Ivar Martila : vocals, guitars
  • Kenneth Mellum : drums

Voto medio utenti

Strana storia quella dei norvegesi Claymords, formatisi nel 1993 hanno vivacchiato per nove anni fino a che nel 2002 decisero di sciogliersi. In questo lungo periodo riuscirono a pubblicare solo un mini ep. Nel 2009 decidono di riprovarci e così si spostano da Bergen a Oslo e nel giro di quattro anni registrano ben due album. Non ho avuto modo di ascoltare il debutto autoprodotto del 2010 “Theories Written Black” , ma scommetto che non doveva discostarsi poi troppo dal suo successore. Con il qui presente “Scum Of The Earth” il quartetto norvegese cerca di guadagnarsi un posto al sole nell’affollato panorama estremo attuale ma credo che l’impresa non sarà alquanto facile…Diciamo subito che la qualità maggiore e al tempo stesso il limite più grande del quartetto norvegese sta nell’eterogeneità della proposta, infatti per comodità diremo che il gruppo è dedito ad un death/thrash con influenze black più o meno marcate in alcuni momenti. Mancano solo dei passaggi doomeggianti e lo spettro delle sonorità estreme sarebbe pressoché esaurito. Ammetto che potrebbe essere un mio limite, ma non ho mai ritenuto l’eccessiva eterogeneità una caratteristica peculiare del metal estremo, non mi sono mai piaciuti i gruppi che saltano di palo in frasca nel nome dell’originalità e della libertà d’espressione. Le nove tracce, più i due inutili intermezzi, che compongono l’album ci portano indistintamente tra le braccia dei Lord Belial, per poi trovarci un attimo dopo alle prese con le ritmiche care ai Six Feet Under o alle atmosfere dei primi Hypocrisy ( “Crawling” per esempio) . Il continuo girovagare ci porta anche a casa Slayer con “Filth” , vero e proprio plagio della band di Araya, oppure ci ricorda gli esordi black metal dei conterranei Borknagar con “Method Of Lies” e “Art 3 – Her Jeaulosy” , dove per completezza ricordano anche gli americani Allegaeon e dove riescono comunque a creare un pezzo veramente interessante. Altrettanto buona è “Insanity Inc.” con un riff thrash oriented molto incalzante, senza essere mai eccessivamente furiosa. Difficile, molto difficile, riuscire a capire la vera anima del gruppo, tanto che se presi singolarmente i singoli brani sono anche abbastanza validi, ma ascoltati uno dopo l’altro sembrano non andare da nessuna parte. Difficile dire a chi potrà piacere quest’album, dubito che gli estremisti possano trovarlo in qualche modo interessante, visto che non è poi così estremo, piuttosto lo consiglierei a chi non essendo troppo avvezzo a queste sonorità di riferimento, vuole abbordare la materia in maniera soft e variegata, un po’ come comprare una compliation di metal estremo, dentro c’è un po’ di tutto…

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