Devo ammettere che gli Entropia con questo terzo promo-cd, mi hanno abbastanza sorpreso. Non conoscevo i precedenti due demo, ma le lusinghiere recensioni ottenute su autorevoli riviste musicali e web-zines, mi avevano fatto pensare ad un gruppo dalle caratteristiche diverse, tenendo conto che, per descrivere il suono dei nostri erano state chiamate in causa bands (a me decisamente care) come Faith No More e Tool (e il loro cantante Maynard James Keenan: in assoluto, uno dei miei preferiti del genere) nonché i “chart-champions” britannici Muse. Personalmente, in questo nuovo “Trend”, non riesco ad individuare, in modo significativo, i primi due riferimenti, mentre in effetti, è presente, nel sound degli Entropia, qualcosa del pop/rock suadente e grintoso del trio inglese guidato da Matthew Bellamy. In realtà nel press-kit che accompagna il nuovo demo, del trittico, sono proprio solo i Muse ad essere citati accanto a nomi come Foo Fighters e, per comune approccio alla contaminazione, i Subsonica e i Linea 77.
E’ proprio questa accentuata propensione alla fusione tra i generi ad essere la prima caratteristica palese nelle sonorità proposte dal quintetto lombardo, in cui si evidenziano un buon gusto compositivo ed un'ottima proprietà tecnica nell’approccio strumentale, oltre che l’eccellente voce di Andy, potente, incisiva ed espressiva, anche se talvolta il singer sembra un po’ voler “strafare”, risultando leggermente eccessivo in alcune sue interpretazioni, così come le linee vocali in generale potrebbero essere meglio armonizzate.
Diciamo subito che questo disco, non è “facilissimo” e che sono necessari alcuni ascolti per poterne apprezzare tutte le sfumature; questo, se da una parte è sicuramente un aspetto positivo (capita spesso, infatti, che dischi troppo orecchiabili ed apparentemente apprezzati al primo ascolto, finiscano subito dopo facilmente nel dimenticatoio), dall’altra, visto il genere proposto e la volontà espressa dagli Entropia di candidarsi come alternativa a Subsonica, Afterhours e Marlene Kuntz, potrebbe risultare un piccolo ostacolo a livello commerciale. I sette brani (più intro) del dischetto in questione, sono tutti abbastanza validi, con un uso interessante di copiosi samples e loops elettronici, inseriti in un contesto comunque sempre molto rock, ma come dicevo prima, mancano talvolta di un po’ di immediatezza: “Psychosonic area” presenta, ad esempio, una valente commistione di rock ed elettronica, ma avrebbe ottenuto un’efficacia superiore se il ritornello fosse stato più facilmente memorizzabile e la costruzione armonica vocale avesse goduto di un’amalgama superiore (bravo comunque Andy); ”Vergine” è un discreto episodio più rock in senso classico, mentre ”Qualuude”, cantata completamente in inglese, è un’atipica ballata acustica, dall’esito piuttosto convincente, in cui Andy condivide le ottime parti vocali con l’ospite Francesca Barone (presente anche in “Vergine”, “Onirica” e “Alba Gelida”). ”Despressione” è una traccia notevole, maggiormente diretta, che dopo inizio intimistico, si trasforma in una rock-song elettronica contraddistinta da un’altra pregevole prova vocale. Con le sue chitarre, “Onirica”, è forse la traccia che più ricorda (per stessa ammissione del gruppo) i Muse … ma l’influenza non è comunque così ingombrante da risultare sgradevole e il cantato più “orecchiabile” ne fa un highlight del disco. “Alba gelida” si segnala per intriganti scorie trip-hop nell’arrangiamento e suoni quasi progressivi, ma è nuovamente migliorabile nell’affiatamento corale delle voci e “Dedalo”, dalle suggestioni vagamente nu-metal, è forse il brano più riuscito dell’album (insieme alla già citata “Onirica”), con un buon ritornello e un impatto strumentale di assoluto rilievo.
Dal punto di vista delle liriche, gli Entropia scelgono, quasi sempre, l’idioma italico, al limite mescolandolo con alcune intrusioni in inglese; l’alternanza è piacevole e i contenuti dei testi sono sempre abbastanza “intelligenti” e non troppo scontati. Questo è sicuramente un altro punto a loro favore, in quanto è sempre difficile risultare credibili utilizzando l’italiano, piuttosto che esprimendosi in inglese, essendo quest'ultima una lingua, per questioni di metrica, di certo più adatta al rock e che consente inoltre di non essere troppo originali, visto che non tutti i fruitori di musica si dedicano alle traduzioni per misurare il valore “poetico” di una band. Da sottolineare, poi, la limpida e potente registrazione e in generale l’ottima resa sonora decisamente sopra gli standard medi di un’autoproduzione. Le idee ci sono e molte … la voglia di sperimentare, le doti e la personalità per farlo senza rivolgersi in modo troppo sfacciato a modelli già noti anche … si tratta ora di convogliare queste qualità in maniera maggiormente strutturata, migliorando leggermente la lucidità compositiva nell’ambito di un songwriting, comunque già a livelli discretamente maturi.
All’interno della difficile strada dell’alternative crossover, con un suono un po’ più “organizzato” e omogeneo, reso, magari, anche solo un pizzico più “ruffiano” e grazie anche alla grande voce di Andy (dalle potenzialità enormi), gli Entropia potranno sicuramente, in un futuro che credo molto prossimo, accaparrarsi un contratto discografico importante. Penso proprio che le premesse ci siano tutte …
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