Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:35 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. ALL THINGS MUST PASS
  2. LET IT ALL BURN (FEAT. HUGO MARIUTTI)
  3. HERE I AM
  4. BACK TO THE ROOTS
  5. THE FIRST TIME
  6. EDINBURGH
  7. BACK TO THE LIGHT (FEAT. ANDRIA BUSIC)
  8. I'M STILL HERE (FEAT. IVAN BUSIC)
  9. GREY (FEAT. ARNEL PINEDA)
  10. YOU HATE (FEAT. ALBERTO RIONDA)

Line up

  • Alirio: vocals, keyboards
  • Adriano Daga: drums
  • Felipe Andreoli: bass
  • Hugo Mariutti: guest on guitars
  • Andria Busic: guest on bass
  • Arnel Pineda: guest on vocals
  • Alberto Rionda: guest on guitars

Voto medio utenti

Che lo scouting della Frontiers Music abbia ultimamente riservato un particolare occhio di riguardo al Brasile mi sembra un fatto assodato (Spektra, Landfall, Electric Mob, …), favorendo così la valente (benché in parte poco nota e celebrata) tradizione melodica vantata dal più esteso e popoloso stato dell’America Latina.
Alirio Netto è sicuramente uno dei protagonisti della scena brasileira, cantante e attore, ha fatto parte di band come Khallice, Age Of Arthemis e Queen Extravaganza, ha recitato nei musical “Jesus Christ Superstar” e “We will rock you” e di recente ha anche sostituito il compianto Andre Matos negli Shaman.
Per quanto mi riguarda è, però, anche una delle piacevoli “sorprese” del 2021, e il suo disco “All things must pass” è divenuto ben presto uno degli ascolti più frequentati di questo periodo, irrinunciabile quando si vuole allietare il proprio tempo libero con una collezione di belle canzoni rock, a volte più coriacee, altre maggiormente accondiscendenti, ma sempre intense, fresche, emozionanti e ricreative.
E poi, da estimatore del “bel canto”, a fungere da imprescindibili “valori aggiunti”, ci sono la voce e le capacità interpretative di Alirio, in grado di condensare nella sua educata laringe sfumature timbriche di Chris Cornell, Jeff Scott Soto e Michael Kiske, il tutto mescolato con la necessaria personalità.
Ne scaturisce un albo pieno di brani che, se ci fosse maggiore “giustizia” e attenzione, si dovrebbero poter scoprire e apprezzare semplicemente accendendo la radio, consentendo al selezionatore musicale di turno di attingere ad una varietà stilistica in grado di accontentare diversi palati.
In questo mondo iniquo e superficiale (evvai di retorica ...) sarete invece “costretti” ad andare a cercare (senza troppa fatica ...) la melodia grintosa e adescante della title-track dell'opera, la verve “attualizzata” di “Back to the light” e “Let it all burn” o l’attitudine poppettosa di "Edinburgh”.
A chi preferisce suoni maggiormente romantici sono indirizzate “Here I am” e la bellissima "The first time”, ballate dotate di notevole carica emotiva, ulteriormente accentuata nelle note di “Grey”, anche grazie al contributo di Arnel Pineda dei Journey.
A completare il programma arrivano infine la smania anthemica di “Back to the roots”, il frizzante hard-blues per il terzo millennio “I'm still here” e il denso tocco sudista di “You hate”, tutta “roba” intrisa di feeling e buongusto, adatta a molteplici esigenze d’ascolto.
All things must pass” è un competente e coinvolgente campionario di buona musica, ottimamente eseguita, registrata e prodotta ... direi che sono elementi sufficienti per inserire quello di Alirio tra i nomi da sostenere e seguire in maniera attenta e rigorosa.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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