Prendere Rhino e Ross The Boss, aggiungere altri pezzi da novanta come Sean Peck (Cage), Stu Marshall (Empires of Eden) e Mike Davis (Lizzy Borden, Halford): ecco una band fatta di metallo fuso.
Giusto?
Sì, perché questo War Master è un album che non può essere definito in nessun altro modo se non heavy metal.
Il problema è che questo album di heavy metal è un album bruttarello e altalenante.
Capite bene quali sono le aspettative di un metallaro della prima ora quando legge certi nomi e certe dichiarazioni prima di approcciarsi a un disco. Quindi capite anche la delusione quando ci si trova di fronte a canzoni di una scontatezza disarmante, senza guizzi, senza passaggi e ritornelli memorabili, ma solo, semplicemente, pezzi di classic metal un po’ Judas Priest, poco Manowar e parecchio crucchi.
Fatti da un’altra band, magari, avrebbero potuto anche risultare più sorprendenti e guadagnarsi un sette. Io però non accetto un disco così “normale” da gente che ha fatto la storia di un certo genere. Nessuno obbliga nessuno a scrivere dischi se l’ispirazione non è più quella di un tempo, questo è un concetto che dovrebbe valere per tutti ma che tutti si ostinano ad ignorare con preoccupante costanza.
Qualche pezzo si salva, dal vivo potranno anche risultare possenti e gradevoli, ma su disco dopo qualche passaggio la voglia di passare ad altro è fin troppo viva. A mio parere un disco evitabile.
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