Shining - II - Livets Ändhållplats

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2001
Durata:44 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. ETT LIV UTAN MENING
  2. ATT MED KNIV GÖRA SIG ILLA
  3. ÄNNU ETT STEG NÄRMARE TOTAL
  4. UTFRYSNING
  5. DÖD
  6. SVART
  7. LIVETS ÄNDHÅLLPLATS

Line up

  • Niklas Kvarforth: vocals/guitar/keyboards
  • Tusk: bass
  • Wedebrand: drums

Voto medio utenti

Il progetto Shining si auto-definisce come lo "squadrone dei suicidi di Stoccolma", un'autentica macchina di propaganda di intenti e metodi per togliersi la vita. "Acquistando questo cd stai supportando la tua stessa morte" si può leggere sul retro del booklet, e se il messaggio dei tre svedesi su un tema così delicato non fosse ostinato a tal punto saremmo quasi portati a credere ad un fenomeno da baraccone. Invece le motivazioni sembrano lucide e serie, portate avanti non solo a livello d'immagine ma come autentico stile di vita. Una musica così oppressiva non la sentivo dai tempi del miglior Burzum: una litania che non ha alcuna fretta di esplodere ma anzi gode della sua efferatezza vivendo tra riff malati e urla disumane in una serie di mid-tempos veramente agghiaccianti. In questi tre quarti d'ora ci si può leggere quello che si vuole: disperazione, spesso anche rassegnazione, rabbia, malinconia... ma la verità è un'altra. Tra le righe è celato, ma assolutamente non nascosto, un messaggio di totale nichilismo, annullamento, autodistruzione che passa attraverso i testi fino ad arrivare alla mente dell'ascoltatore. Peccato che le parole siano tutte in svedese, ma da quanto ho letto in giro non è una gravissima perdita e comunque riesco ad immaginare cosa dovrebbe aspettarmi. Presto la musica fluisce in un unico canale, e a questo punto è dura trovare degli spunti in questo disco: o lo si è amato dal primo minuto, da quella intro di chitarra acustica che ora mi sembra quasi irriverente, oppure si cederà alla noia o peggio ancora al disgusto. Ma non si può certo dire che gli Shining abbiano cercato di imbrogliarci... le loro intenzioni sono chiare fin da subito, e dal punto di vista concettuale mi hanno ricordato qualcosa di Nargaroth del passato, soprattutto per le canzoni lente, lunghe, quasi dilatate appositamente. Non c'è nient'altro da aggiungere, non resta che farsi ipnotizzare dalla musica degli svedesi. Certo che se avessero convogliato il loro "depressive" in tematiche un filo più credibili, chissà che gruppone sarebbero diventati...
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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