I
Shakhtyor, parola che in russo significa "minatore", sono un terzetto di Amburgo (Germania) e con questo omonimo disco fanno il loro debutto per
Cyclone Empire. I quattro brani di cui si compone il disco si riallacciano all'etimologia del monicker del gruppo in maniera fedele: i Shakhtyor infatti mischiano con sapienza stoner, sludge e post metal e ci propongono brani polverosi, talvolta sulfurei, soffocanti e psichedelici. Nessuno spazio per la voce, le canzoni si snodano per una durata media piuttosto elevata tra riff lisergici ed atmosfere plumbee, dando all'ascoltatore la sensazione di essere rinchiusi in una sperdutissima miniera russa dimenticata da Dio. Nonostante l'assenza di parti cantate i brani scorrono piacevolmente ed anche la durata certo non esigua non rappresenta un ostacolo in tal senso, mentre sul piano della personalità i Shakhtyor non appaiono certo come degli arguti innovatori o la next big thing del genere.
Per questo motivo "Shakhtyor" si rivela un buon album di genere, raccomandato solamente agli amanti delle sonorità più desertiche e desolate.
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