Quando ho letto la bio degli esordienti, sulla lunga distanza, portoghesi
Utopium, i quali si descrivevano come i
Nasum che suonano cover degli
Entombed nella sala prove degli
Iron Monkey, ho pensato subito che avrei dovuto stroncare una band così pretenziosa e presuntuosa, non foss’altro perché quella descrizione evocava in me un sound disumano e al tempo stesso invitante.
Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che la band non raggiunge il proprio (utopico) intento, ma non ci va molto lontano. Sant’Iddio se questo “
Vicious Consolation/Virtuous Totality” non è un disco con i controcazzi!
Grindcore veloce come una scheggia di nailbomb, con un vocalist che vomita growls e screams tra il vomitevole e il vetriolico, e un songwriting dinamico, che non disdegna paurosi e paludosi rallentamenti sludge alternati ad accelerazioni al fulmicotone che spianano qualsiasi cosa gli si pari di fronte, con un drummer in vero stato di grazia e che ogni volta che spinge sull’acceleratore provoca orgasmi multipli.
Il disco è, inoltre, un concept diviso in due parti, una sui sette vizi capitali, l’altra sulle sette virtù teologali.
“
Held Tombstone”, “
Jarred Into Newtons” o la conclusiva “
A Fallible Minimun” riconciliano con il grindcore più marcio, ferale e devastante.
18 canzoni per 24 minuti, una manciata di affilatissime stilettate che ci vengano scagliate contro per un esordio assolutamente notevole. Segnateveli!
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