Debutto davvero notevole per gli svedesi
Saffire, perfettamente in grado di rappresentare ciò che fin troppo spesso viene confuso con altro, ossia l’unione tra hard rock ed heavy metal. La band riesce tra l’altro a farlo in maniera non troppo derivativa, rivelando una discreta personalità, soprattutto nella scelta degli arrangiamenti, guidati da notevoli fill di tastiera e davvero mai banali.
Un sound massiccio, carico di riff strutturati e potenti, ma anche di aperture melodiche notevoli, oltre che di un groove raro da trovare. Tutte caratteristiche prese dalle nobili decadi ’70 e ’80, ma rielaborate e rese estremamente moderne, oltre che arricchite da un gusto progressive che spesso e volentieri fa capolino alla grande nelle splendide sgroppate strumentali. A livello di singoli, poi, non c’è veramente nulla da eccepire: tutti svolgono il proprio compito alla grande, offrendosi senza cercare di primeggiare ma dimostrando anzi una coesione perfetta.
Perfetto biglietto da visita l’opener
Magnolia, splendida la parte strumentale di
Kingdom Of The Blind, così come il ritornello di
Freedom Call e
End Of The World. Notevoli le scelte melodiche nella cullante
What If e nell’allegra
A Symphony Unheard, che sfociano nel prog raffinato di
Paralyzed e
Modus Vivendi.
The Betrayer's Fate ci riporta in territori più heavy, mentre la successiva
She Remains a Mystery è una di quelle ballad che lasciano veramente il segno. Doppietta da urlo con le possenti
Say Goodbye e T
he Redemption, prima di chiudere con la sognante
Stormy Waters.
Per quanto mi riguarda, uno dei nomi da appuntarsi per questo 2013. Se amate l’hard rock, il melodic metal e il progressive metal, allora andate a scoprirli.
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