Non deve essere certo facile nascere in
Iran e decidere di suonare Black Metal.
Per la verità credo non sia facile suonare qualunque forma di metal da quelle parti, ma
Sina, leader e membro unico del progetto
From the Vastland, è qui a dimostrare che con la giusta attitudine e la volontà si possono raggiungere obiettivi difficili e dare vita ai propri sogni.
"Kamarikan" è il secondo lavoro di questo misterioso gruppo medio-orientale e, come sottolineato da
Sina stesso, nasce sotto l'influenza del black metal norvegese degli anni d'oro per quanto concerne l'approccio musicale e sotto l'influenza della cultura persiana per quanto concerne l'aspetto lirico.
Un connubio del genere aveva due possibilità: essere affascinante e portare ad un lavoro di spessore o essere forzato e condurre ad un prodotto scialbo.
Fortunatamente siamo nel campo della prima ipotesi.
Per quanto derivativo
"Karmarikan" è, infatti, un album molto bello.
Semplicemente.
Evocativo, violento, epico in molti suoi passaggi e ammantato da un'atmosfera triste e decadente che lo rende maledettamente profondo.
Certamente in molti frangenti riconoscerete l'influenza dei grandi nomi del paese dei fiordi ed ascolterete soluzioni già sperimentate da gente come
Immortal o
Mayhem, giusto per citare due nomi, tuttavia
Sina si dimostra un abile compositore e riesce a dare vita a brani che alternano, con gelida fluidità, accelerazioni devastanti e brutali, sorrette da un lavoro di chitarra spietato, a passaggi più ragionati nei quali epicità ed oscurità sembrano tagliarsi a fette tanto è il loro spessore e la loro forza evocativa, il tutto, lo sottolineo, amalgamato in un suono freddo e plumbeo che non rinuncia, tuttavia, alla ricerca melodica.
Il pregio più grande di questo lavoro è proprio il suo saper essere devastante senza perdere di vista una linea melodica semplice ma efficace che rende l'ascolto una piacevole esperienza da affrontare in religioso silenzio.
Ad un quadro già molto positivo deve aggiungersi, poi, una produzione di ottimo livello che rende giustizia ad ogni singolo strumento ed una prova vocale al vetriolo del leader che si dimostra uno screamer di buonissimo valore.
Per quanto mi riguarda siamo, dunque, al cospetto di un ottimo disco e di una graditissima sorpresa per cui non posso che consigliarvi di procurarvi una copia di
"Kamarikan" e dare una possibilità ad un artista di indubbio talento e, spero, roseo futuro.
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