Copertina 5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:42 min.
Etichetta:Casket
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. D.O.A.
  2. BECAUSE YOU'RE MINE
  3. GARDEN OF ROSES
  4. BLEACH THE SKY
  5. TWO STEPS FROM PARADISE
  6. RISE
  7. WHY I CAN'T SLEEP
  8. WHEN A FAD BECOMES FATAL
  9. FAMILIAR FACES
  10. DISLEKSICK

Line up

  • Marc Prior: vocals
  • Rich Prior: guitars
  • Toby Emery: guitars
  • Rachel McGeehan: bass
  • Thom Browning: drums

Voto medio utenti

Mi preoccupo sempre un po' quando sento dire che un gruppo è stato lodato dalla stampa musicale d'oltremanica, perché si sa che i giornalisti inglesi tendono a parlar bene di tutto ciò che proviene dal loro paese, e che di conseguenza i giudizi dati non sono sempre affidabili... Purtroppo anche con i Rateofdepress si è verificata una situazione di questo tipo, difatti mi è capitato di leggere commenti entusiasti e a dir poco esagerati sulla loro musica, che a me invece non pare proprio nulla di eccezionale... La nascita della band risale al 2002 e "Bleach the sky" è ovviamente il suo album d'esordio, composto da dieci brani che propongono un mix tra sonorità nu metal e thrash. I problemi relativi a questo materiale sono essenzialmente due: il primo è che ci sono in giro molte/troppe formazioni dedite a tale genere (e quindi per i newcomers sta diventando sempre più difficile riuscire a distinguersi), il secondo invece riguarda la scarsa maturità artistica raggiunta finora dai ROD, che li penalizza sotto vari punti di vista. Basta sentire pochi pezzi per rendersi conto che il disco è davvero scontato e anonimo: non c'è un singolo episodio che riesca a convincere appieno o per lo meno a incuriosire l'ascoltatore, e l'impressione generale è che il quintetto abbia bisogno di lavorare ancora parecchio per arrivare a creare qualcosa di più personale. Per adesso è riuscito soltanto a comporre canzoni che ricordano un po' troppo gente come Slipknot, Lostprophets, Coal Chamber e Metallica: al loro interno qualcosa che si salva c'è, ma è l'insieme che non funziona, e che a lungo andare annoia e delude. A dir la verità trovo abbastanza triste che un gruppo così giovane, per il solo fatto di essere inglese, abbia già un contratto con una label piuttosto conosciuta e addirittura una distribuzione estera: sicuramente esso potrà crescere e migliorare molto in futuro, ma per il momento ha davvero poco di interessante da dire! E pensare che in Italia ci sono band molto più valide di questa che magari hanno difficoltà a trovare un'etichetta che le prenda in considerazione...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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