Santa Cruz. Quando ho letto il nome di questa band la mia mente ha istantaneamente fatto un lunghissimo viaggio verso le spiagge della California, quelle della meravigliosa baia di Monterey. L'infrangersi delle onde oceaniche, surf, sole, muscle car, Harley, hard rock e donne meravigliose.

Con un po' di emozione, ma anche un po' di terrore viste le centinaia di band inutili che il panorama hard rock statunitense continua a propinarci, mi sono lanciato all'ascolto di questo Screaming for Adrenaline, debut album della band. L'inizio è stato anche meglio di quanto credessi, con la title track ad aprire le danze con il basso a dettare i tempi e introdurre il resto degli strumenti. Batteria, chitarra e via con la prima strofa. Ed eccomi catapultato in un rumoroso locale di Los Angeles, colmo fino all'orlo di ragazzi e ragazze con i capelli lunghi e cotonati, trucco appariscente, sudore e birra a fiumi, che si agitano all'unisono sotto i colpi dei Santa Cruz.

I ricordi degli anni '80 iniziano a scorrere rapidi senza sosta. Nella musica di questi ragazzi rivivono tutti i mostri sacri dell'hard rock, dagli Skid Row ai Motley Crue, dai Poison ai Guns'n'Roses. Da ogni nota trasuda la passione e probabilmente la venerazione per chi un certo tipo di hard rock lo ha creato e reso famoso in ogni angolo del mondo e forse è questo uno dei pochi difetti di un album praticamente perfetto. Alcune canzoni ricordano davvero in modo palese i capolavori del passato, anche se visto il livello globale delle altre mi è più facile credere che siano una sorta di tributo più che mancanza di personalità, qualità che a mio parere questi ragazzi hanno da vendere.

'We Came, We Saw, We Conquered'. 'Veni, vidi, vici'. E' questo il grido con cui si presentano al mondo i Santa Cruz. Il trittico iniziale è da paura, con Relentless Renegades che raggiunge vette impensabili grazie a un chorus che da solo basterebbe a farli emergere tra le miriadi di gruppi del genere. Si continua su territori cari ai primi Skid Row e Motley Crue, anche se andando avanti con l'ascolto si possono scorgere richiami a praticamente tutto il panorama hard rock made in USA. Sweet Sensation e High On You sono altre gemme incastonate in un mosaico che tende ad aumentare di bellezza in maniera direttamente proporzionale agli ascolti e che riesce a tenere alta l'attenzione quasi sempre, senza particolari cadute di tono. L'ultima parte ci regala atmosfere da party sfrenato e la conclusiva Let Me (Lay My Love On You) vuole essere chiaramente un omaggio a quei Guns'n'Roses che sono considerati, a torto o a ragione, la band che più di tutte ha segnato un'epoca.

E' indubbiamente un disco di assoluta qualità che si mantiene su livelli di eccellenza per tutta la sua durata e che farà la felicità totale e incondizionata degli amanti del genere. La strada intrapresa è quella giusta e se manterranno questa genuina passione nel fare musica, sentiremo sicuramente parlare di loro.

Ah, un'ultima cosa... sono finlandesi, di Helsinki. Niente surf, niente oceano, niente California. Solo tanta buona musica e va benissimo così.