Grazie alla fantasia del grandissimo H.P.Lovecraft i canadesi
Necronomicon possono contare su un monicker magnifico.
Purtroppo per loro, però, la musica non è allo stesso livello del nome.
Il trio ci offre, infatti, un blackened death metal che, sebbene sia suonato e prodotto molto bene, non riesce ad emergere dalla massa delle uscite simili, soprattutto quelle della scuola polacca che mi sembra la più vicina alla proposta dei nostri.
I
Necronomicon sono comunque abili nel non perdersi in un inutile assalto sonoro, stemperando la furia esecutiva con massicce dosi di melodia e frequenti momenti cadenzati in cui emerge una atmosfera sinistra e sottilmente sulfurea.
L'intenzione dei nostri è chiara: unire il death di gente come
Suffocation con il black dei
Dimmu Borgir e degli ultimi
Immortal, creando cioè una musica di impatto ma anche magniloquente e gelida.
Come dicevo più sopra il risultato non sempre è all'altezza e spesso il gruppo si limita a svolgere il suo compito senza lasciare una traccia concreta di se.
Attenzione però a non considerare
"Rise of the Elder Ones", quarto album dei canadesi, come un lavoro di basso profilo: i
Necronomicon non inventano niente e non sono un gruppo imprescindibile, ma sanno il fatto loro e sono in grado di scrivere brani che certamente piaceranno agli estimatori dei gruppi che ho citato prima e comunque a tutti quelli che dall'estremo in musica non cerchino solo brutalità ma anche atmosfera.
In ogni caso un gruppo da supportare.
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