Ophis - Effigies Of Desolation

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:130 min.
Etichetta:Cyclone Empire

Tracklist

  1. GODFORSAKEN
  2. BENEATH SARDONIC SKIES
  3. DEAD INSIDE
  4. PAZUZU
  5. DOLOR NIL FINIS
  6. BLACK WISH
  7. THY FLESH CONSUMED
  8. FUNERAL
  9. KENNEL OF ESTRANGEMENT
  10. CONVERT TO NIHILSM
  11. NOSTRAE MORTIS SIGNACULUM
  12. PAZUZU
  13. CONVERT TO NIHILISM
  14. THE HALLS OF SORROW
  15. SUFFERING IS A VIRTUE
  16. CARESSING THE DEAD

Line up

  • Philipp Kruppa: vocals, guitar
  • Martin Reibold: guitar
  • Nils Groth: drums
  • Oliver Kröplin: bass

Voto medio utenti

Ecco giungere nelle mie bramose mani di recensore alle prime armi addirittura un doppio cd della poco conosciuta band di Amburgo, la quale decide di svuotare la soffitta rispolverando vecchi lavori di difficile reperibilità. Operazione che forse sarebbe stato lecito attendersi più avanti nella loro carriera, in considerazione della tenera età del gruppo (il primo demo, titolato Empty, Silent and Cold, risale al 2002) e delle poche uscite discografiche (solo due LP in totale). Tuttavia, vista la qualità della release, lungi da me lamentarmi!

Col dischetto numero 1 abbiamo modo di assaporare il primo full lenght dei quattro serpenti (Ophis in ellenico idioma, per l’appunto), quello Stream of Misery uscito nel 2007; ebbene, vi posso assicurare che il mio palato ne è rimasto deliziato! Siamo al cospetto di un ispiratissimo funeral doom, che non disdegna incursioni nel death metal più ferale. Risulta evidente come già allora i nostri tedeschi conoscessero la materia trattata, e avessero ben chiaro come rendere stimolante una proposta musicale così monolitica e cupa. Ecco, quindi, che la pesantezza dei catacombali riffs, che costituiscono la struttura portante dei brani, viene sapientemente alleggerita da sfuriate colme di livore esecutivo, da passaggi cheti d’indicibile malinconia e da stentoree melodie chitarristiche. Nulla che non si sia già udito altrove (chi ha detto Evoken?), ma quando la proposta è talmente qualitativa da generare brani meravigliosi come l’opener Godforsaken (un gioiello di composizione) o Dolor Nil Finis (cui l’encomiabile guitar work conferisce grande carica evocativa), chi se ne impipa dell’originalità?
Voto parziale: 8

Il secondo cd torna ancor più indietro nel tempo, proponendoci dapprima l’EP Nostrae Mortis Signaculum, risalente al 2004. I cinque brani che lo compongono, oltre che coerenti con le successive uscite del combo sotto il profilo stilistico, lo sono anche sotto quello qualitativo. Un buonissimo prodotto quindi, giusto un po’ più tendente al death metal (come nella feroce Convert to Nihilism) e contraddistinto da un approccio al songwriting maggiormente spontaneo.
Non da meno paiono i due lunghissimi pezzi estratti dal primo demo, The Halls of Sorrow e Suffering is a Virtue, che dimostrano come sin da giovincelli gli Ophis sapessero il fatto loro.
Poco da aggiungere, infine, riguardo alle buone versioni live di Pazuzu (altro pezzo forte di Stream of Misery) e alla già citata Convert to Nihilism, così come sulla conclusiva Caressing the Dead, catturata direttamente in sala prove (e si sente: i suoni sono rozzissimi).
Voto parziale: 7

Avrete capito come la penso: se amate il funeral doom, genere criminalmente snobbato da troppi metaller ma in grado di regalare ai pochi iniziati autentiche perle di nera desolazione, concedete un’opportunità a questo Effigies of Desolation degli Ophis. Non avrete di che pentirvene, a meno che non fosse vostra intenzione trascorrere un’estate all’insegna di sole, allegria e spensieratezza.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.