I
Palms sono nient’altro che
Chino Moreno (
Deftones) più tre ex membri degli
Isis.
Un supergruppo così consegnato lascerebbe sognare qualsiasi fan delle bands succitate.
Il disco, omonimo, è, ovviamente, debitore di quanto fatto in passato dai musicisti. Ci troviamo di fronte, quindi, a un post rock melodico e sognante, dai tratti liquidi, dilatati, che, talvolta, non disdegna atmosfere più oniriche e notturne.
Il sound è così dilatato che molto spesso sembra la colonna sonora di un documentario su posti esotici. È il caso di “
Patagonia” o “
Antarctic Handshake”.
La voce di
Moreno è emozionale, espressiva, si confonde tra le onde della musica creata dagli altri tre membri. Onde sonore che non raggiungono mai l’altezza di un muro, quindi non aspettatevi esplosioni al calor bianco di post metal o quello che volete voi.
Il disco è rilassante, solare, anche se più di una volta affiora la nostalgia tra i solchi delle atmosfere create, una nostalgia di fine estate, un lento abbandono.
I pezzi sono tutti lunghi e ciò non fa che accentuare un certo abbandono della forma canzone a favore del formato soundtrack.
Non c’è molto altro da dire se non che questo debutto è molto valido, pure non raggiungendo le vette delle bands di origine.
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