Questo è un album dei Queensryche.
Di quei Queensryche che hanno fatto la storia del metal.
Di quelli che in tanti abbiamo amato alla follia.
E’ un disco dei Queensryche, cantato alla grande da un singer di levatura mondiale, che non è Geoff Tate e non lo sarà mai, eppure sia su disco che dal vivo riesce ad essere esattamente ciò che serve a questa band.
Non è un album fatto di schifezze mezze alternative, mezze elettroniche, orpelli completamente inutili, che tanto hanno fatto male ai dischi usciti dopo il 1994, dove in mezzo a qualcosa di appena decente troviamo davvero tanta
rumenta, come dicono a Genova.
Guardate il voto: capirete da soli che non siamo ai livelli dei capolavori epocali, ma chi veramente crede che oggi possano uscire dischi come quelli? Io ho smesso di sperarci, sinceramente. Eppure, qui dentro, ritroviamo quelle linee vocali geniali, quelle melodie inarrivabili, quell’ombra di oscurità e malinconia che ha sempre caratterizzato il sound della band di Seattle e che oggi ritorna più viva e splendente che mai. Dunque pur non arrivando ad eguagliare tali fasti, ci siamo incredibilmente vicino. Credetemi se vi dico che basta un ascolto per rendersi conto di trovarsi di fronte a qualcosa che suona esattamente come quello che tutti avrebbero voluto sentire. Qualcosa di destinato a girare nello stereo per molto tempo.
Tolta l’intro e il breve intermezzo di
Midnight Lullaby abbiamo nove pezzi per circa mezz’ora di musica. Essenziali e perfetti, senza filler, senza sbavature, con una personalità ed una riconoscibilità commoventi. Sentitevi le melodie di
Spore, il crescendo di
A World Without, il ritornello di
Don’t Look Back (con La Torre che arriva in cielo), la classe di
Open Road, il progressive metal purissimo di
Vindication, la cadenza irresistibile di
Where Dreams Go To Die (gran titolo, tra l’altro)…è come tornare in una casa rimasta chiusa e lontana per troppo tempo.
Questo va “dritto per dritto” (occhio alla citazione colta…) tra i top 2013. Con buona pace di Tate, del suo favoloso carattere, del suo ridicolo Frequency Unknown e della sua vena creativa, morta e sepolta da anni.
Bentornati Queensryche.