Il nome del gruppo è altisonante, ed il titolo che hanno scelto per il loro secondo album sembra dover presagire chissà quali
meraviglie. In realtà i
Victorius ed il loro "The Awakening" non vanno oltre ad un Melodic Power Speed piuttosto derivativo e nemmeno particolarmente avvincente.
Non li aiuta una partenza, sì veloce ma innocua, con "Age of Tyranny" e la successiva "Starfire" che si insinuano tra gli Helloween, Dragonforce, Axxis ma anche i
nostri Secret Sphere e Highlord, lambendone il songbook ma senza raggiungerne gli stessi risultati.
La formazione tedesca strappa qualcosina in più, quando arriva il momento della titletrack, un pezzo sicuramente meno scontato dei precedenti, peccato però che a questo punto si debba puntare il dito contro una registrazione troppo leggera e che manca di profondità e sostanza.
Ad ogni modo l'album sembra poter, via via, salire di tono, e lo stesso si può dire per la prova del cantante David Baßin, che riesce a dare
calore e colore a "Lake of Hope", brano graziato anche da un discreto guitarwork, al pari delle speedy "Black Sun" e "Kings Reborn".
Infine, i cori ed il passo anthemico della conclusiva "Metalheart" non solo fanno pensare agli Hammerfall, ma hanno il merito di far risaltare l'episodio, a mio parere, meglio riuscito dell'intero "The Awakening".
Troppi cliché ed ancora poca personalità, ma sembrano avere i mezzi per farsi notare.
Al prossimo appuntamento però.
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