Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:WormHoleDeath Records

Tracklist

  1. DARK AURA
  2. EXIT SANITY
  3. GOD OV TORMENT
  4. HAIL THE BURDEN
  5. INEVITABLE DOWNFALL
  6. PRELUDIUM EX CHAOS
  7. TERROR DIVINE
  8. THE FINAL DEPARTURE
  9. THE HUMAN CURSE
  10. THE VOICE OV THE ABYSS

Line up

  • Ludvik Brandsegg: bass
  • Kent Skjeflo: drums
  • Andreas Bruheim: guitars
  • Paal Andre Sandnesmo: guitars, vocals
  • Tor Erik Simensen: vocals

Voto medio utenti

Almeno due sono le cose che colpiscono subito in questo debutto dei No Dawn. La prima è che sono norvegesi ma suonano death metal, e sfido chiunque a farmi molti nomi di band di questo genere all'infuori di Blood red throne, storici Myrkskog o Cadaver che provengano da lì. La seconda è che per registrare il loro album sono venuti in Italia, a Parma, fatto inconsueto se si pensa alla quantità di band nostrane che per incidere emigra a nord in cerca di un appeal europeo.

I No Dawn dopo mille vicissitudini e oltre 10 anni di gavetta, riescono a pubblicare per Worm Hole Death il loro concentrato di death metal e... tastiere. Per evitare paragoni con i mitici Nocturnus diciamo subito che la loro proposta è molto differente da quella degli americani, forse per certi aspetti più vicina a quella dei nostri Fleshgod Apocalypse, ma non ancora ben focalizzata.

Per fare capire cosa suonano, diciamo che le canzoni sono a base di classico death metal non particolarmente tecnico o veloce, con vari rallentamenti, stacchi, accelerazioni, e una voce che utilizza un growl non profondo e urla lancinanti. Su questa discreta base musicale vengono inserite orchestrazioni che a volte creano atmosfera e phatos, ma altre sono del tutto fuori luogo. È questo il principale problema, il tutto appare molto slegato e in diverse occasioni sforzato. Sono forti su canzoni dirette come Hail the Burden o Inevitable Dawnfall (la mia preferita) ma su altre come Preludium ex chaos e The final departure, in cui è più presente la parte sinfonica, non si capisce bene dove vogliono andare.

Anche la produzione non aiuta. Strumenti ed orchestrazioni non si amalgamano bene e la batteria ha un suono molto triggerato e a tratti fastidioso.

Il disco si ascolta e le potenzialità ci sono, però la sensazione di qualcosa incompiuto è molto forte.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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