Gris - À l'Âme Enflammée, l'Äme Constellée...

Copertina 10

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:82 min.
Etichetta:Sepulchral Production

Tracklist

  1. L'AUBE
  2. LES FORGES
  3. SAMSARA
  4. IGNEUS
  5. DIL
  6. MOKSHA
  7. SEIZIÈME PRIÈRE
  8. SEM
  9. UNE ÉPITAPHE DE SUIE
  10. NADIR

Line up

  • Neptune: Guitars, Bass, Violin
  • Icare: Vocals, Drums, Cello

Voto medio utenti

Grigio.
Disperato.
Elegantissimo.


Sei anni dopo lo splendido "Il Était une Forêt...", gioiello di assoluto valore nello scrigno del depressive black metal, i canadesi Gris riemergono dal buio nel quale erano sprofondati, donandoci un album perfetto.
Perfetto nella forma. Perfetto nella sostanza. Perfetto nella sua forza brutale, ossessiva, dilaniante.
Il black metal è il genere che più di tutti si presta ad essere interpretato e re-inventato: il depressive è una delle sue declinazioni, probabilmente una delle più dure da digerire per via del suo potere negativo e assolutamente "anti".
I Gris prendono questa materia nera e contraria a tutto quello che è positivo e la plasmano, la lavorano finemente rendendola eterea, elegante ed aperta alla luce sebbene permeata di tenebra assoluta.
Paradossale? Forse.
Ma provate ad ascoltare "À l'Âme Enflammée, l'Äme Constellée..." e indicatemi un altro lavoro così straziante e così caldo al tempo stesso: sarà difficile ci riusciate.

Da una parte il depressive: scream disperato e ossessivo, chitarre che sanguinano ad ogni passaggio, tastiere ed atmosfere semplicemente da lacrime.
Dall'altra il calore: arrangiamenti da musica classica, o intere partiture, eleganti come una ballerina che volteggia, arpeggi delicati che ti accarezzano, malinconici, lungo il corpo, lunghe dilatazioni ambient che ti abbracciano come un vecchio amico.
Tutto insieme.
Tutto in una musica che fluisce inarrestabile, violenta senza correre e lacerante senza usare gli artigli, una musica arrangiata in modo perfetto (ancora) e suonata con un tocco ed una perizia che hanno pochi eguali nella scena.
Non un brano in particolare.
No.
Qui è tutto un unico, doloroso, urlo disperato innalzato verso il cielo stellato e amalgamato in un album da ricordare a lungo.
Un album da ammirare per la varietà dei suoi chiaroscuri, per la sobrietà del suo genio e per l'incredibile forza iconoclasta delle sue note e delle sue parole sussurrate alla nostra anima.

Un album da amare.
Un album perfetto.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 ago 2013 alle 14:32

sciocchino.

Inserito il 19 ago 2013 alle 13:18

Che hai ascoltato i Dimmu Borgir.... :-)

Inserito il 18 ago 2013 alle 21:19

Ho ascoltato un paio di brani, mi pare che l'inventiva non esuberi, come in moltissimi altri album di sto genere. a mio parere il più delle idee sono state consumate, cosa dite?

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.