Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:47 min.
Etichetta:Hostile Media

Tracklist

  1. AT FIRST LIGHT
  2. THE STORM
  3. THE LONGEST DRIVE
  4. I SILENTLY WAIT
  5. SIRIUS
  6. BROTHER DISARMED
  7. PREY FORGIVENESS
  8. DAMAGE DONE
  9. THE THIRST
  10. DUSK

Line up

  • Al Llewellyn: bass, vocals
  • Craig Mackay: drums, samples
  • Luke Durston: guitars, vocals
  • Dave Roberts: guitars, vocals

Voto medio utenti

Questo quartetto inglese, attivo dal 2004, è molto di più di quello che dice la loro bio, ovvero un gruppo death/thrash.
Giunti al secondo disco e forti del supporto della Dean Guitars che ha i loro chitarristi come endorser ufficiali, gli Arceye suonano un metal che potremmo definire semplicemente moderno.

Un modern metal che viene contaminato da tanti generi in ogni canzone o parte di essa, come thrash, deathcore, passaggi acustici, groove metal, melodic death, il tutto con un leggero velo di oscurità che, alla lontana, richiama band come Opeth.
Per fare un paragone direi che ricordano come soluzioni e inventiva i connazionali Sylosis, che però ritengo superiori e più progressivi.

Quasi tutte le canzoni hanno una struttura elaborata che gira ogni volta attorno ad un paio di riff differenti, che vengono rivoltati, abbassati di tonalità o armonizzati, sui quali poi si inseriscono stacchi arpeggiati o stop and go.
Esemplificativa è I silently wait (anche nel player sotto la rece) dove negli ultimi 2 minuti viene eseguito lo stesso riff con molte variazioni, stesso discorso per Pray Forgiveness, mentre qualcosa di differente viene proposto con Sirius. Questa traccia infatti inizia con un arpeggio sul quale si inserisce un'altra chitarra e un tappeto di tastiere, sembra una ballad, in realtà è una traccia strumentale con chitarre pulite o appena elettrificate che si scambiano continuamente tra melodia principale e arpeggi. Molto tenue, leggera, cresce gradualmente di intensità.

Lo stile di questi ragazzi è, come detto molto moderno, se cercate quindi reminiscenze di Exodus, Slayer, Forbidden, Destruction o altri gruppi storici, qui non ne troverete. I Nostri hanno digerito, metabolizzato e ricreato una nuova forma di thrash metal che è difficile da inquadrare. È come se mettessero un po' tutto quello che gli piace all'interno della loro musica, dandole una forma personale e suonandola con l'abilità tecnica delle nuove generazioni. Il che non è poco, ma è possibile solo per chi, di questa musica, non ha vissuto l'evoluzione ma può scegliere da un enorme buffet quello che più gli piace.

C'è poco da fare, le nuove band che si approcciano al thrash hanno 2 alternative: ripercorrere le sonorità dei loro eroi (e qui abbiamo centinaia di esempi negli ultimi 4-5 anni) o fare la LORO proposta, che non è unidirezionale come visione, ma ingloba tutta una serie di contaminazioni.

Nel bene o nel male questo è il suono di oggi. Anche se sono decenni che ascoltate questa musica e siete legati al passato, provate a dargli un ascolto., qualcosa di buono lo troverete di sicuro.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 ago 2013 alle 16:03

Dire qualcosa di nuovo nella nostra musica è quasi impossibile, apprezzo però chi ci prova unendo diversi stili. Il rischio minestrone è alto, ma chi lo sa cucinare bene risulta convincente. Anche io penso sia meglio così che 20 revival band dove 1 è buona, 4-5 in gamba e il resto inutile...

Inserito il 11 ago 2013 alle 15:06

Molto interessanti, queste nuove forme di musica "estrema" stanno trovando validissimi interpreti. Meglio questo che il revival scontato, trito e ritrito...

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