Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:54 min.
Etichetta:Northwind
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. ATLANTIS PART 1: BENEATH A SILENT SKY
  2. ATLANTIS PART 2: THE DREAMER AND THE DEEP OCEAN
  3. STREAM OF ILLUSIONS
  4. DREAM CHASER
  5. BACK FROM HELL
  6. SHOW ME YOUR KINGDOM
  7. FOLLOW ME
  8. BREATH OF ETERNITY
  9. THE PHOENIX'S FIRE
  10. MOONLIGHT ROMANCE

Line up

  • Andrea Marchisio: vocals
  • Stefano Droetto: guitars
  • Diego De Vita: bass
  • Luca Pellegrino: drums
  • Alessandro Muscio: keyboards

Voto medio utenti

Una delle prime recensioni apparse sul nuovo Eutk è stata proprio l'anteprima di "Breath of Eternity", ma gira e rigira per la recensione completa del terzo album degli Highlord siamo praticamente finiti con il farne un "antedopo". In effetti mi spiace arrivare a parlare di questo album con tanto ritardo dalla sua pubblicazione, sopratutto perché si tratta di una delle migliori uscite dell'anno, un album che conferma come il potenziale degli Highlord sia ancora tutto da scoprire ma allo stesso tempo prepotentemente venendo fuori. Non ci troviamo però di fronte ad un salto qualitativo pari a quello che gli Highlord avevano mostrato dal loro debutto "Heir of Power" al successivo "When the Aurora Falls...", dove era stata comunque la differenza nella produzione a balzare subito all'occhio, mettendo in secondo piano i comunque evidenti miglioramenti compositivi ed esecutivi. Certo, sarebbe stato fin troppo facile. Su "Breath of Eternity" le differenze principali sono sicuramente date dal cambio di cantante, con il kiskiano Vascè che lascia il posto ad un Andrea Marchisio molto più personale e versatile, e da un songwriting che si è fatto sicuramente più maturo ed elegante, e sempre meno standardizzato. La canzone (ma non è l'unica che riassume un po' quanto detto è la titletrack "Breath of Eternity", sviluppata su matrici neoclassiche, con grandi spazi concessi alla chitarra e sopratutto si snoda complessa e variegata. Più immediate e dirette sono le veloci "Dream Chaser" e "Follow Me", dove la prestazione di Marchisio ricorda anche quanto fatto con i Desdemona, altro interessante gruppo in cui milita. Nulla da eccepire sulla prestazione degli altri quattro musicisti, con la coppia Droetto/Muscio pronta a scorrazzare e la sezione ritmica formata da De Vita e Pellegrino sempre lì a dare consistenza e dinamismo ai pezzi, sia che si tratti di un brano dalla forte impronta neoclassica o power/speed, sia alle prese con le atmosfere Hard Rock, anzi quasi AOR, di "Back from Hell". Credo di averlo già lasciato trasparire nella recensione dell'anteprima, ed il tempo non mi ha fatto cambiare idea: "The Phoenix's Fire" è la miglior traccia del CD, una canzone drammatica e ricca di pathos, meritevole di essere associata a quella che ancora oggi considero la canzone più riuscita degli Highlord, quella "Tears of Darkness" presente su "When the Aurora Falls...". Come per il precedente album, la conclusione è affidata alla melodia, ma stavolta "Moonlight Romance" vince nettamente il confronto con la più datata "You'll Never Be Lonely, anche per la presenza di un sax suonato dal produttore dell'album, Luigi Stefanini. Ovviamente promozione a pieni voti.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Inserito il 24 feb 2011 alle 11:30

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