Proposta piuttosto avvincente e a suo modo “sorprendente” quella offerta da
Mr. Sleazy (al secolo Roberto Gambuti), istrionico polistrumentista e compositore ligure davvero abile nel consegnare a questo “The sleazy attraction” tutta la sua innata passione per il
glam metal d’ispirazione
ottantiana.
La formula selezionata, con l’apporto di cantanti e musicisti diversi per ogni brano in programma, poteva rischiare di risultare dispersiva (e magari pure un po’ “presuntuosa”, ispirata a gente come Slash e Santana, “leggermente” più famosa e autorevole del nostro …), ma le notevoli capacità di scrittura del
leader e l’assoluta misura tecnico-interpretativa di tutto il progetto rendono il dischetto un variegato tributo all’arte immarcescibile dei vari Ratt, Skid Row, Motley Crue, L.A. Guns, Alice Cooper e Danger Danger, senza che tale celebrazione risulti forzata o eccessivamente imitatoria.
Voci sempre adeguate alle varie sfaccettature del genere e una spigliatezza compositiva capace di non sfigurare
nemmeno al cospetto di “mostri sacri” del calibro di Desmond Child e Diane Warren (co-autori, assieme a Stephen Pearcy, di “Givin' yourself away”, una delle poche
power-ballads dei Ratt, tratta dall’eccessivamente sottovalutato “Detonator” … pure dalla scelta delle
cover, oltre che dalla loro esecuzione, qui impeccabile e vitale, anche grazie all’eccellente ugola di Betty Twister, si può cogliere la caratura di una
band …), non potranno che attrarre gli estimatori del settore, che sono sicuro apprezzeranno il rigore per nulla prevedibile e mai inespressivo dell’intera vicenda.
Si parte con la vetriolica e scalciante “Dirty town”, si prosegue con la cavalcata in odore di
NWOBHM “Game with the devil” (simpatico e ben realizzato anche il relativo
videoclip, incluso nell’albo …), con le melodie lascive di “Up & down” e, dopo la già citata celebrazione dei
roditori californiani, con il pulsante tocco
southern di “Back in the 80s” (una sorta di manifesto programmatico …), mentre la luccicante cromatura di “No more words” e il suo testo ci ricordano che di certe vane promesse eravamo stufi negli
eighties esattamente come oggi e ”Fight!” porta a termine un bel viaggio sonoro attraverso un’altra linea armonica parecchio accattivante, facile da memorizzare e da “consumare”.
Nell’attesa di poterli vedere dal “vivo” (con un organico competente e rodato, selezionato attingendo dalla ricca scena locale …), ambito nel quale garantiscono faville, e di auspicabili prossimi sviluppi su “distanze” superiori e contesti ancor più “professionali”, i Mr. Sleazy vi faranno trascorrere mezz’ora di “classico” intrattenimento, assai appagante e non troppo “superficiale” … da (continuare a) seguire …
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