Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2004
Durata:52 min.
Etichetta:Sonorium
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INTRO
  2. THE END
  3. NEVER LET YOU GO
  4. SUMMERNIGHT
  5. IN YOUR EYES
  6. SORROW
  7. NEVER FALL AGAIN
  8. NO TIME
  9. SLEEP BUT NEVER DREAM
  10. AFTER ALL
  11. HATE YOU
  12. WORLD CAME DOWN

Line up

  • Uwe Liebscher: vocals, guitars
  • Torsten Köhler: guitars
  • Timo Schardt: guitars, keyboards
  • Alexander Meister: bass
  • Robby Lehmann: drums

Voto medio utenti

Sono ormai molti anni che la Germania può essere considerata come la vera "patria" del gothic, difatti in nessuna nazione europea tale genere ottiene il riscontro che ha nella "terra dei crucchi". Da quelle parti si svolgono i festival più importanti, inoltre ci sono moltissime band dedite a stili musicali più o meno attinenti al filone dark... Un'altra cosa che stupisce abbastanza è il fatto che gli ascoltatori tedeschi siano esageratamente "di bocca buona", nel senso che apprezzano davvero qualsiasi cosa, compresi i gruppi più ridicoli o inutili! Ho fatto questa premessa perché i The Cold si collocano perfettamente nel contesto appena descritto, si tratta infatti di un quintetto di Francoforte nato nel 1997 e già piuttosto conosciuto in madrepatria, tanto che ha avuto l'onore di aprire i concerti di gente come Cinema Strange, Faith And The Muse, The Crüxshadows, The Mission ecc. Il problema è che il sound che ci propone è una delle cose più scontate che mi sia capitato di sentire ultimamente, vale a dire una copia esatta di ciò che i Cure ci fanno ascoltare da più di vent'anni... In Italia una formazione con questo tipo di attitudine si sarebbe messa a fare cover, invece i nostri vivono in Germania e hanno scelto (visto che di sicuro era la cosa più conveniente!) di lavorare su materiale "originale", rifacendosi però in tutto e per tutto (cioè sia per quanto riguarda i suoni che il modo di cantare) al modello rappresentato dal combo inglese. Sono sicura che i The Cold riscuoteranno un discreto successo in casa loro, anche perché questo "After all" non è un disco pessimo in sé e per sé, però le sue particolari caratteristiche non mi permettono di consigliarlo a nessuno, eccezion fatta per qualche fanatico di Robert Smith e compagni, che magari potrebbe essere interessato a collezionare tutto ciò che assomiglia alla musica dei suoi beniamini. Concludo dicendo che di tutto l'album "salverei" solo l'ultima track, che non a caso è anche l'unica lievemente diversa dal resto (e lo è perché è stata arricchita con i cori di Andi Sex Gang dei Sex Gang Children...), ma una canzone su dodici è davvero un po' troppo poco, non pare anche a voi?
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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