Nel bene o nel male gli svedesi
Watain sono diventati un simbolo.
Il simbolo di quello che oggi è il Black Metal.
Pur non appartenendo all'ondata storica di gruppi che ha forgiato il metallo nero, il trio ha saputo ritagliarsi, album dopo album, un ruolo di assoluto rilievo nella scena e il nome dell'etichetta che leggete in alto a destra non fa che rafforzare quello che vi sto raccontando.
Perché tutto questo successo?
Difficile spiegarlo.
Una musica che, pur senza inventare nulla, risulta personale ed intelligente. Un approccio alla composizione che, uscita dopo uscita, diventa sempre più melodico senza perdere in malignità. Una immagine controversa e criticabile.
Tutti elementi a favore del terzetto.
Eppure i
Watain non mi hanno mai convinto fino in fondo.
Troppa la differenza di classe con i nomi storici del genere e, soprattutto, troppo costruita a tavolino la loro musica.
"The Wild Hunt" non fa che confermare le mie impressioni.
Un album suonato e prodotto benissimo, capace di inglobare influenze che vanno dal thrash all'heavy epico senza perdere credibilità e con pezzi addirittura sorprendenti come la semi ballad
"They Rode On", nella quale i nostri citano
Metallica e
Tiamat, o le bellissime
"The Child Must Die", con fughe chitarristiche di pregevolissima fattura, e la devastante
"De Profundis", davvero maligna ed ispirata, ma anche una lunghezza eccessiva nelle composizioni ed una pretenziosità che, a mio avviso, non rientra nelle corde degli svedesi e che affossa un lavoro altrimenti pregevole.
Insomma, siamo di fronte al classico bicchiere semi vuoto o semi pieno.
Dipende da dove lo si guarda.
Molti troveranno l'album troppo lontano dal classico trademark dei
Watain, per via di un evidente ammorbidimento e di una eccessiva insistenza sui mid tempos, altri lo troveranno geniale per la sua vena sperimentale, altri ancora si avvicineranno al gruppo proprio grazie a questo lavoro decretandone un successo ancora maggiore.
Io resto dell'idea che il vero Black Metal stia altrove e, pur riconoscendo il valore di un gruppo comunque da rispettare, non posso consigliarvi di spendere i vostri soldi nell'acquisto di questo lavoro, che in ogni caso potrete ascoltare in lungo ed in largo sul web.
Attenzione però a non fraintendermi:
"The Wild Hunt" è un buon album e, soprattutto se siete giovani, vi piacerà molto e vi regalerà soddisfazioni, ma sappiate che il gruppo stesso nel passato ha saputo fare di meglio.
A voi la scelta definitiva.