Sebbene fuori dalle mie finestre risplenda un bel sole, gli scrosci di pioggia che aprono il nuovo EP dei
Lustre mi ricordano, dolcemente, che l'autunno e le sue suggestioni stanno arrivando.
"A Spark of Times of Old" è un caldo chiaroscuro della stagione in cui le foglie cadono, svolazzando, sul terreno. Le sue noti tristi, dolci e dolorose sembrano accompagnarci verso la più melanconica delle stagioni e lo fanno attraverso un black metal "ambientale" che rinuncia alla violenza e si esalta nella sua eleganza austera e quasi sdegnosa.
Henrik "Nachtzeit" Sunding, mente unica del progetto svedese, pur senza rinunciare al minimalismo che da sempre caratterizza il suo suono, descrive, questa volta, paesaggi più "pieni", più stratificati e maggiormente orientati all'emozione ed al calore.
La sua musica è dolce ma dura, il suo scream disperato e distante, l'atmosfera eterea e sognante e, oggi, più coesa, più vera che mai e per questo motivo di più alto spessore qualitativo.
Questo genere di black metal, ammesso che
Lustre suoni metallo nero, è, o dovrebbe essere, emozione, dovrebbe parlare direttamente all'animo per dirsi pienamente riuscito.
Ecco, il gruppo, in modo appassionante, riesce a farlo con un "semplice" brano di 19 minuti: 19, lunghi, minuti durante i quali è un costante sussurro sibilante che parla al nostro
io ad essere protagonista.
Non cercate brutalità, aggressione o tecnica strumentale: qui non ne troverete, ma sarete ripagati, ed appagati, da un suono che saprà emozionare e rendervi partecipi di un mondo malinconico e soffice in cui verrete proiettati per esservi cullati.
Lustre si conferma, forse più che in passato, un abile artista capace, con semplici colpi di cesello, di andare giù nelle profondità del nostro spirito e di catturarlo per non liberarlo più.
Magnifico.
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