I
Chimaira hanno cambiato parecchi elementi della formazione autrice del precedente “
The Age Of Hell” (2011), restando tuttavia ancorati al perno costituito dal vocalist
Marc Hunter.
Il nuovo “
Crown Of Phantoms”, diciamolo subito, non aggiunge nulla né alla discografia della band né al contesto musicale nel quale si muovono. E pur tuttavia questo è un disco sincero, un disco, cioè, sinceramente brutale, claustrofobico, granitico, oscuro e pieno di animalesco groove.
L’ascolto di pezzi come “
All That’s Left Is Blood” oppure “
Wrapped in Violence” lascia sgomenti per la carica di brutalità e violenza sonora che la band riesce ad esprimere, un muro sonoro che diventa mastodontico quando la ritmica rallenta e si ingrossa, diventando spessa come una barra di acciaio.
È chiaro, non c’è originalità né innovatività, e il deja-vù è frequente, visto che i
Chimaira si sono rituffati in un calderone che ultimamente va per la maggiore e trova in band come gli
Unearth dei validi esponenti.
È altrettanto chiaro, quindi, che questo disco è solo per i fan, della band e del genere, ma allo stesso tempo mantiene quella dose di spontaneità, di veracità verrebbe da dire, che ci lascia propendere per un voto positivo, anche perché sono lontani i fasti di “
Pass Out Of Existence”.
Non male, ma neanche benissimo.
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