Vestiti di nero, malinconici, pacati, con due voci femminili si presentano al debut sulla lunga distanza i romani
Raving Season che con
"Amnio" ci offrono un saggio della loro classe, nonché uno spaccato di musica tanto elegante quanto sofisticata.
Da una parte sono chiari i riferimenti ai
My Dying Bride o a certi
Paradise Lost, dall'altra il gruppo rivela, invece, una forte personalità capace di rendere il death/doom, che fa da perno alla sua proposta, avvincente e, soprattutto, mai banale.
Scordatevi, dunque, le "tipiche" band patinate con la voce femminile.
Qui siamo proprio in un altro ambito.
I
Raving Season sanno essere brutali, e qui il sorprendente growl di
Federica è splendido e perfettamente calato nel contesto, ed opprimenti e contrappongono a questo muro sonoro l'uso di partiture atmosferiche ed eteree, esaltate dal cantato angelico di
Judith, capaci di amalgamarsi in un unico flusso di puro ed emozionante pathos.
Certamente i
Raving Season non sono i primi a cimentarsi in un suono del genere, ma lo fanno con grande abilità e, soprattutto, con grande passione, una passione che prorompe, dirompente, dalle note di brani splendidi quali
"My Last Murder", che molto deve ai già citati My Dying Bride, o
"Dusk Dance", nei cui tristi arpeggi è facile sprofondare, ed in genere in tutte le composizioni di un lavoro davvero sopra la media.
A tutto questo aggiungete una preparazione tecnica di tutto rispetto ed una produzione capace di dare il giusto spessore ad ogni strumento ed avrete il quadro completo di un lavoro che spero non passi inosservato e che testimonia, qualora ce ne fosse bisogno, che il nostro paese è ancora in grado di regalarci musica di qualità.
E questo non è poco davvero.
Bravissimi.
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