Ed ecco tornare sulle scene i biondi Zonata che dalla fredda Svezia giungono fino agli Underground Studios di...Stoccolma...ok, non hanno poi fatto un così lungo viaggio per registrare questo loro terzo album intitolato "Buried Alive"...eheh! Lungo o corto che sia, l'importante è che lo abbiano fatto, visto che alla luce dei fatti Johannes Nyberg e compagni sono riusciti ad incidere un terzo album soddisfacente e di valore, e tre album in fila con questi requisiti vogliono sicuramente significare una band valida e con un futuro, anche se certo non da rock star. A dire la verità, un improvviso processo di borghesizzazione aveva colpito gli Zonata in occasione del precedente "Reality", che dalla rozza furia del debut "Tunes of Steel" erano passati ad architetture vagamente progressive (leggere in italiano, please), sicuramente più sinfoniche e meno dirette. Oggi gli Zonata mediano un po' tutte queste influenze, arrivano ad un buon compromesso tra melodia, potenza, velocità, struttura elaborata dei brani e sinfonia, mettendo ogni cosa al punto giusto, nella misura giusta al momento giusto, cosa che non era riuscita in "Reality", facendolo così apparire un buon album ma a volte troppo stanco e ridondante. Problema risolto sin dalla title track ed infatti "Buried Alive" ci mostra subito la propria marcia in più, con tempi serrati e cadenzati alternati a raffiche in pieno stile Zonata degli esordi. Sicuramente la produzione e gli arrangiamenti curati in maniera ottimale aiutano in misura sensibile il risultato finale ma è indubbio che stavolta gli Zonata abbiano fatto fino in fondo il loro dovere, sebbene questo non sia sufficiente ad uscire dalla loro condizione di buona bands, ma non certo fondamentale per il genere. Sicuramente consigliato un ascolto a tutti gli aficionados del classic metal.
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