Gli Incantation rappresentano uno dei preziosi lasciti della scena americana della fine degli anni ’80, anni in cui il Death Metal era ancora una musica underground ed emetteva i suoi più fulgidi vagiti. Questo è il sesto full-lenght per la band del cantante/chitarrista John McEntee, unico membro fondatore rimasto della band, anche se la band è stata molto attiva anche con altre releases tra live e mcd. Gli Incantation hanno il loro posto privilegiato nella storia della musica estrema, in quanto hanno sempre rappresentato una sfaccettatura abbastanza personale nel death metal, per via delle tematiche strettamente sataniche e anticristiane, il che li ha sempre fatti sembrare i più vicini al black in ambito death (anche se poi i Morbid Angel all’epoca di “Formulas Fatal To The Flesh”, in pieno fenomeno black metal, se ne uscirono come gli influenzatori del black stesso), e per le atmosfere oscure e maligne, molto spesso lente e cadenzate, in una sola parola doomy. Da questo punto di vista la loro influenza è stata enorme, così come l’aiuto dato dalla band alla crescita della Relapse per la quale incideva, e questa premessa ha il solo scopo di farvi capire a grosse cifre la caratura della band, autrice di almeno un paio di classici come “Onward To Golgotha” e “Diabolical Conquest”, anche se devo ammettere che il resto della loro discografia non mi dispiace, tutt’altro (si capisce che li amo alla follia?)! Inoltre pochi sanno che uno dei primi singer della band, il quale ha cantato sul secondo demo e sul primo ep, è stato Will Rahmer che poi andrà a far danno altrove con i suoi Mortician.
Mettendo da parte questo piccolo ripasso storico, voglio solo dire che i fans della band saranno strafelici di questo “Decimate Christendom”, per il semplice motivo che esso riprende i temi classici del sound degli Incantation, un sound che pur non innovando si mantiene sempre affascinante ed in una certa qual misura ancora personale e schietto. Songs come “Oath Of Armageddon”, “Blaspheme The Sacraments” ed “Eternal Darkness Under Conquered Skies” sono decisamente groovy e ricche di feelings oscuro, con cadenze soffocanti e accelerazioni brutali. La versione in mio possesso è definita “unmastered version”, non capisco che bisogno ci sia di inviare questa versione che lascia presupporre una versione più curata in fase di masterizzazione. Da questo punto di vista spero che il disco rimanga nella unmastered version, perché il sound è decisamente old style, ricco di fascino e marcio al punto giusto, proprio come era a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
Resto dell’opinione, a quanto pare non molto condivisa, che il death metal ha ancora bisogno degli Incantation e di John McEntee, nonostante non abbiano ricevuto lo stesso tributo, in fatto di epigoni, di altre bands come Suffocation, Morbid Angel e Cannibal Corpse. In effetti troppe poche bands si sono ispirate alla band americana, ma sia ben chiaro che chi non apprezza gli Incantation non apprezza il death metal. Perché? Perché questo è il Death Metal, quindi rispetto per la storia e onore agli Incantation.
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