Wild card è il secondo lavoro per Floor Jansen e la sua ultima creatura discografica. Ci troviamo al cospetto di un fiume in piena: strano immaginarselo in Olanda, vero?
Come strano è il batterista: sembra un hipster stravolto dalla esperienza ipnagogica del
panopticon.
E strano è il comportamento del liquido cocleare che invece di farci scapocciare verso Terra ci invita ad un anti-headbanging che allunga collo e sterno verso il Cielo
...chissà che non si attivino pigre aree tiroidee!
provate ma non esagerate a comprimere l'atlante...
L'impeto fluviale obbedisce tanto a Isacco N. quanto ai soliti assiomi della N. Blast.
Anche la mente a cui Floor si è abbandonata per un periodo a seguito dell'ultimo tour mondiale con i Nightwish pare soggiacere alle traiottorie delle
mele e di J. Lacan (
respect per la fatica di guardarsi in faccia sì tanto!).
Quel che emerge dalla sua ugola è mirabolante e non devo certo ricordarvelo. I suoi canti ridisegnano alcune allotropie arcinote del C e quando la classe ribolle si balza
oltre nel mondo Mendeleeviano fino a trascendere il silicio
rifratto in squarci innocenti a cui a noi spetta la pudica custodia.
Sembra tutta una questione di Newton al metroquadro
Ora:
liberate i Ram-Zet dal nido del cuculo
condividete su facebook i posts del Marco della Pausini
sorridete alla cassiera come fosse Lana Lane
rispolverate "lost" anzi state of mind degli Elegy
recitate 19 volte il nome "Маргари́та Бори́совна Те́рехова"
e
(per chi se la sente)
leggete a scelta uno tra: l'abstract dell'articolo delle prime misure dirette della forza di Van Der Waals o il capitolo finale de "il sistema periodico" di Primo Levi
Grazie
Floor
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