Nel 1999 il death metal ha ormai preso altre strade e i
Broken Hope, abbandonati dalla Metal Blade, si fanno trovare impreparati con questo “
Grotesque Blessings” che riparte dal sound del precedente “
Loathing” ma mediando notevolmente l’impatto e, nel tentativo di suonare più tecnici e complessi, imbottiscono di scale ed assoli i pezzi raggiungendo così il risultato di perdere quella carica aggressiva che li aveva caratterizzati in precedenza. “
War-Maggot” è la canzone simbolo di quanto dico, ma anche ascoltare “
Necro-Fellatio” vi farà capire quanto vi sto dicendo, una canzone di per se buona, ma col freno a mano tirato, che non esplode mai per via dei ‘duetti’ o se volete dei ‘duelli’ chitarra/basso. La stessa “
Internal Inferno” è un pezzo quasi doom nel suo lento incedere, anche se in questo caso a salvare il pezzo è l’atmosfera cupa e opprimente.
Quando suoni brutal death metal puoi suonare anche molto tecnico ma ciò non può andare a scapito della brutalità, che qui è, per la maggior parte, buttata sulle spalle del growl di
Joe Ptacek, anche lui un pelino sottotono.
Aggiungete che su questo disco non c’è lo storico batterista
Ryan Stanek, reduce dalla grande prova di “
Loathing”, e cacciato via per aver fregato soldi a dei fan sull’acquisto di
merchandise della band.
In alcuni pezzi sembra di sentire quello che poi faranno i
Six Feet Under anni dopo, e non è un complimento. Per fortuna che ci sono ancora pezzi che hanno un bel tiro, come “
Christ Consumed” o i due pezzi finali “
Razor Cunt” e l’inarrestabile “
Hate Machine”, quando i
Broken Hope si ricordano di essere dei macellai e sciorinano un buon distillato di brutalità e aggressione sonora.
In definitiva un disco non cattivo, non da buttare, persino buono in alcuni frangenti, ma privo di quella scintilla compositiva e di quella ferocia che hanno reso i
Broken Hope uno dei capisaldi del brutal death metal.
Dopo questo disco la band si scioglierà, poi verranno i lutti, prima della rinascita nel 2013, ma nulla potrà mai cancellare gli anni '90 che i nostri hanno vissuto da protagonisti.
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