Rock’n’Rolf sembra averci preso gusto, ed eccolo ritornare in pista con i suoi
Running Wild, dando alle stampe un nuovo album che si rivela un passo avanti ed allo stesso tempo un passo indietro rispetto al più recente passato.
Infatti, se guardiamo al contenuto di "Resilient" ritroviamo i Running Wild, ormai ridotti a soli Kasparek e Jordan, che hanno dato vita a dei brani leggermente migliori (ecco la progressione), ma allo stesso tempo rivisto le ultime scelte in fase di songwriting andando a rivangare i propri trascorsi. Tanto che a festeggiare è tornato anche il buon vecchio Adrian che ritrova spazio su di una copertina maggiormente canonica dopo gli esperimenti
fantascientifici del precedente album.
Al di là degli sterili discorsi sulla fermezza di Rock’n’Rolf, c'è comunque poco da entusiasmarsi: nel corso di un lavoro
comodo e autocitazionista quale "Resilient", troviamo solo l'ombra di capolavori come "Under Jolly Roger" o "Pile of Skulls", per non sbagliare diciamo pure che siamo dalle parti di "Rogues En Vogue".
L'arrembante opener "Soldiers of Fortune" sembrava tuttavia presagire ad un bel saldo di qualità rispetto all'insipido "Shadowmaker", ma già la successiva titletrack la tira un po' troppo per le lunghe, attraverso sentieri che questi bucanieri hanno già bazzicato ed esplorato a lungo.
L'animo più Hard Rock, che Rolf ha incanalato anche nei Giant X (sempre al fianco di Jordan), riemerge sulla solo
passabile "Adventure Highway", fortunatamente si sale di livello con "The Drift" (un refrain alquanto efficace). L'ammiccante "Desert Rose" garantisce ancora qualche sussulto, poi l'attenzione tende a scemare, preda di brani invero anonimi e ripetitivi ("Fireheart" e "Run Riot") o fiacchi ("Down to the Wire"), scuotendosi solo per la spinta della ritmata "Crystal Gold" e, infine, all'ascolto dell'ambiziosa traccia conclusiva, quando chiudendo gli occhi e immergendosi tra le onde che si infrangono sulle scogliere di "Bloody Island" si può immaginare di essere ancora ai tempi di "Calico Jack" o "Treasure Island".
Ma poi tocca tornare alla realtà...
I am
I hear
I see
I feel
I review
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