Grandi speranze.
Sono quelle che ripone l'italiana This is Core Records in questi 5 inglesini di Reading, al loro debutto discografico sulla lunga distanza con questo "Self Revival". Speranze vane o ben riposte?
A parere del sottoscritto, qui si va nel campo della sana via di mezzo, con una leggera propensione verso il "ben riposte".
Il sound proposto dagli inglesi
High Hopes è davvero aggressivo e ben mirato, adeguatamente melodico nei ritornelli, secondo gli standard dell'hardcore, e altrettanto tosto nelle strofe e nel cantato, che non lascia mai spazio alle clean vocals.
Tutto bello quindi..il problema dove sta? Sta principalmente nel fatto che gli High Hopes sono piuttosto lineari nella loro proposta, non eccedono né in un senso né nell'altro (il che è un bene e un male allo stesso tempo) e questo non li caratterizza in maniera adeguata ma li spara dritti nell'ormai pluricitato marasma del -core europeo e mondiale.
Echi di Killswitch Engage si fanno sentire qua e la, come nella centrale
"Strength to Strength", ma la classe degli americani è tutta un'altra cosa, sminuendo così nel confronto un lavoro discreto ma niente più.
"Self Revival" è quindi un esordio positivo, ma che temo non lascerà tracce profonde nell'immaginario collettivo. In attesa di un più convincente seguito, una sufficienza piena ma che lascia un po' di amaro in bocca.
Quoth the Raven, Nevermore..
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