Dopo aver realizzato il terzo e – almeno per il momento - ultimo lavoro degli
Skinflint, la Pure Steel Records fa un salto indietro nel tempo andando a recuperare anche il loro secondo album, "IKLWA".
Uscito originariamente nel 2010, "IKLWA" presenta quelle stesse caratteristiche che gli Skinflint proporranno poi sul successivo "Dipoko", ma qui il terzo sudafricano (alla batteria c'è ancora Mothusi Mahuri) sembra meno mirato all'obiettivo, infatti, partire con un'intro narrata non è certo una scelta vincente, ed anche le successive "Iron Pierced King" e "Mbube the Great" ci mettono un po' a ingranare, con un passo che ricorda i primi Manowar e dei break strumentali che rimandano agli Iron Maiden.
Pur pagando dazio ai soliti modelli, la cavalcante "Burning the Soul with Diesel" e la monolitica "The Fallen" risultano meno dispersive e tra le più efficaci del lotto. Al quale questa ristampa aggiunge un paio di bunus tracks, andando a recuperare "Army of the Dead" (dall'esordio "Massive Destruction") ed una ruvida versione live di "Gauna", brano presente sull'omonimo EP nel 2011.
"IKLWA" è un lavoro maggiormente derivativo, ingenuo e più grezzo, tanto nel songwriting quanto nella resa sonora, del suo successore, ma senza fatali cadute di tono, e tutto sommato rimane la prova tangibile della progressiva crescita degli Skinflint.
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