Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:62 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. ΤΟ ΑΣΤΈΡΙ 418
  2. BLOODANGEL
  3. ARCANA SILENTIUM
  4. THE 10TH AETHYR
  5. GATES OF MANSION
  6. GNOSIS OF FIRE
  7. GOLDEN WINGS OF AZAZEL
  8. LORD OF THE RAGING SEAS
  9. SERPENS LUMINIS
  10. WALLS OF FIRE

Line up

  • Arkdaemon : bass, backing vocals
  • Amduscias : vocals, guitars
  • Skvm : drums

Voto medio utenti

Storia lunga e articolata quella dei francesi Temple Of Baal , partiti da un black metal oltranzista e di buona fattura, sembravano destinati a lasciare veramente un segno nella storia del metallo nero, invece, improvvisamente, hanno deciso di virare verso qualcosa di più ibrido a metà strada tra death e black e seppur opinabile, alla fine sembra che la scelta sia stata giusta, e la band transalpina è riuscita comunque a trovare una via musicale credibile e abbastanza personale. Il nuovo “Verses Of Fire” giunge a quattro anni dall’ottimo [B]“Lightslaying Rituals”[/B] e ci propone un gruppo alle prese con un sound estremo che pesca a piene mani tra death e black e che soprattutto ci mostra una band vogliosa di spingersi un po’ al di la delle proprie possibilità confezionando dei brani più articolati e tutt’altro che monodirezionali, esempio lampante è l’opener “το αστέρι 418” dove l’infernale trio ci regala una song dal fortissimo flavour luciferino che non perde mai di vista la melodia, e che si segnala addirittura per un’ottimo gusto nei solos. In questo caso siamo più su lidi black che non death, anche se nei break e successive ripartenze la mente va senz’altro al precedente album, molto più marcatamente death oriented. “Arcana Silentium” segue quest’andazzo anche se in maniera meno ispirata, ma la vera sorpresa giunge con “The 10th Aethyr” che può essere considerata la “ballad” dell’album, ciononostante non manca certo di intensità, ma stupisce come i Temple Of Baal riescano ad essere così strazianti e convincenti districandosi su lidi sonori che pensavo non gli appartenessero per niente. Dopo un inizio d’album così entusiasmante e stupefacente non mancava poi molto per completare l’opera e invece “Verses Of Fire” perde un po’ d’intensità nella parte centrale con “Gates Of Mansion” , pezzo veloce e potente, ma veramente anonimo, “Golden Wings Of Azazel” e “Lord Of The Raging Seas” che suonano come discreti riempitivi ma niente più. Interessante la penultima “Serpents Luminis” bella diretta e in your face che ci prepara ad un finale stupendo, con il pezzo migliore dell’album “Walls Of Fire” , 10 minuti di pura goduria sonora, una perfetta combinazione tra melodia e furia cieca in un pezzo che può addirittura rimandare ai Dissection con un approccio più moderno tipicamente death, insomma uno strano ibrido tra la leggendaria band di Jon Nodtveidt e i Behemoth di Nergal. In definitiva possiamo dire che “Verses Of Fire” sia un album molto buono, perfettamente al passo con i tempi e con l’evoluzione della band, meno death del precedente, che era più monolitico e più monodirezionale, e con uno spettro di possibili ascoltatori certamente maggiore, senza però essere un insulso ibrido.

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